Per una descrizione del vecchio layer RAI, quello che è standard nei kernel 2.0 e 2.2, date un occhiata all'eccellente HOWTO di Linas Vepstas ( linas@linas.org) disponibile presso il Linux Documentation Project a linuxdoc.org.
Il sito principale per questo HOWTO è http://ostenfeld.dk/~jakob/Software-RAID.HOWTO/, dove saranno pubblicate le versioni aggiornate. L'HOWTO è scritto da Jakob Østergaard ed è basato su un gran numero di e-mail scambiate fra l'autore ed Ingo Molnar (mingo@chiara.csoma.elte.hu) -- uno degli sviluppatori del supporto RAID --, la linux-raid mailing list (linux-raid@vger.rutgers.edu) varie altre persone.
La ragione per cui questo HOWTO è stato scritto è che, sebbene un Software-RAID HOWTO esistesse già, il precedente HOWTO descrive il vecchio Software RAID che si trova nei kernel 2.0 e 2.2 standard. Questo HOWTO descrive invece l'uso del nuovo RAID che è stato sviluppato recentemente. Il nuovo RAID ha molte funzioni e caratteristiche non presenti nel vecchio RAID.
Se volete usare il nuovo RAID con i kernel 2.0 e 2.2, dovreste prelevare una patch per il vostro kernel da ftp://ftp.[your-country-code].kernel.org/pub/linux/daemons/raid/alpha, o più recentemente da http://people.redhat.com/mingo/. I kernel 2.2 standard non hanno un supporto diretto per il nuovo RAID descritto in questo HOWTO. Queste patch sono quindi necessarie. Il supporto al vecchio RAID nei kernel 2.0 e 2.2 standard presenta dei bug e non presenta diverse importanti caratteristiche che sono invece presenti nel nuovo software RAID.
Nel momento in cui viene scritto questo HOWTO, il supporto al nuovo RAID è stato inserito nell'albero di sviluppo dei kernel 2.3 e quindi sarà (molto probabilmente) presente nei Linux kernel 2.4, quando saranno disponibili. Fino ad allora ai kernel stabili devono essere applicate le patch manualmente.
Potreste usare i -ac
rilasciati da Alan Cox, per il supporto RAID nei kernel 2.2. Alcuni di questi contengono il supporto al nuovo RAID e questo vi permetterà di non dovere applicare le patch al kernel da soli.
Alcune delle informazioni in questo HOWTO possono sembrare banali, se conoscete già bene il RAID. In questo caso potete saltare alcune parti.
La liberatoria obbligatoria:
Sebbene il RAID sembri stabile a me e a molte altro persone, esso potrebbe non funzionare nel vostro caso. Se perdete tutti i vostri dati, il vostro lavoro, venite investiti da un camion o qualunque altra cosa, non è colpa né mia né degli sviluppatori. Attenzione, state usando il software RAID e queste informazioni a vostro rischio! Non c'è nessun tipo di garanzia che il software o queste informazioni siano corrette, né adatte ad un qualunque uso. Fate il salvataggio (back up) di tutti i vostri dati prima di fare esperimenti. Meglio essere sicuri che dispiaciuti.
Detto questo, devo dire che non ho mai avuto nessun problema di stabilità con il Software RAID, lo uso su alcune macchine senza alcun problema e non ho ancora visto altra gente con problemi di crolli casuali del sistema o instabilità causata dal RAID.
Un po' di tempo fa sono stato un "utente" di questo HOWTO, che ho trovato particolarmente utile e chiaro nello spiegare come costruire un RAID array. Mi sono promesso allora di offrirne la versione italiana a tutti coloro che hanno difficoltà a "masticare" l'inglese. Il mio inglese è ben lungi dall'essere perfetto, ma spero di essere riuscito a mantenere la chiarezza dell'originale, per fare questo a volte mi sono dovuto allontanare dalla stretta traduzione letterale, spero di averlo fatto nel modo migliore. Ho cercato di "italianizzare" una buona parte dei termini tecnici, anche se per alcuni ho preferito mantenere l'originale inglese, perché i corrispondenti italiani risultavano essere fuorvianti e morfologicamente atroci. Per quel che riguarda i plurali inglesi, ho seguito la convenzione adottata fra gli altri da Umberto Eco e cioè di esprimerli con i corrispondenti singolari quando inseriti in un contesto in italiano. Sono certo che il mio lavoro è di gran lunga perfettibile, sia purché le mie conoscenze del RAID sono limitate e quindi posso aver espresso dei concetti in modo contorto se non poco corretto, sia perché di alcune parti ho avuto serie difficoltà di traduzione in italiano. Ogni eventuale suggerimento risulterà gradito: alessio@arcetri.astro.it, tonno@stud.unipg.it.
Questo Howto assume che stiate usando uno degli ultimi kernel 2.2.x o 2.0.x con la corrispondente patch raid0145 e la versione 0.90 dei raidtools, o che stiate usando uno degli ultimi kernel 2.3 (versione > 2.3.46) o eventualmente il kernel 2.4. Sia le patch che i raidtools possono essere trovati presso ftp://ftp.fi.kernel.org/pub/linux/daemons/raid/alpha, ed in qualche caso presso http://people.redhat.com/mingo/. Le patch RAID, il pacchetto raidtools ed il kernel dovrebbero avere versioni il più possibile corrispondenti. A volte può essere necessario usare dei kernel più vecchi se le patch raid non sono disponibili per l'ultimo kernel.
Possono esserci molte buone ragioni per usare il RAID. Alcune sono: la capacità di combinare diversi dischi "reali" in un dispositivo "virtuale" più grande, l'aumento delle prestazioni e la ridondanza.
Il RAID per Linux può funzionare sulla maggior parte dei dispositivi a blocchi. Non importa se usate dispositivi SCSI o IDE o una loro combinazione. Alcuni hanno usato il Network Block Device (NBD) con più o meno successo.
Assicuratevi che il bus (o i bus) a cui sono collegati i dischi siano abbastanza veloci. Non dovreste avere 14 dispositivi UW-SCSI su un bus UW, se ogni disco può fornire 10 MB/s e il bus può sostenere solo 40 MB/s. Inoltre, dovreste avere solo un disco per ogni bus IDE. Far lavorare i dischi come master e slave è tremendo per le prestazioni. L'IDE non lavora bene quando deve accedere a più di un disco per bus. Naturalmente, tutte le schede madri più recenti hanno due bus IDE, così che possiate montare due dischi in RAID senza dover acquistare degli ulteriori controller.
Il layer (strato) RAID non ha assolutamente nulla a che fare con il layer del filesystem. Potete mettere qualsiasi filesystem su un dispositivo RAID, così come su qualunque altro dispositivo a blocchi.
L'acronimo "RAID" indica il "Linux Software RAID". Questo HOWTO non copre nessuno degli aspetti dell'Hardware RAID.
Quando si descrivono i setup, è utile fare riferimento al numero dei dischi e alle loro dimensioni. Per tutto l'HOWTO la lettera N è usata per identificare il numero di dischi attivi nell'array (senza contare gli spare-disk). La lettera S è la dimensione del più piccolo disco dell'array, se non diversamente specificato. La lettera P è usata come indice di prestazione di un disco dell'array, in MB/s. Di solito, si assume che tutti i dischi dell'array siano ugualmente veloci, il che può non essere sempre vero.
Occorre notare che le parole "dispositivo" (``device'') e "disco" (``disk'') significano la stessa cosa. Di solito i dispositivi usati per costruire un dispositivo RAID sono delle partizioni sui dischi e non necessariamente interi dischi. Combinare diverse partizioni su un disco di solito non ha senso, così le parole dispositivi e dischi significano "partizioni su dischi diversi".
Viene qui presentato brevemente ciò che è supportato nelle Linux RAID patch. Alcune delle informazioni sono dei ragguagli assolutamente basilari sul RAID. Saltate pure questa parte se conoscete il RAID. Potete sempre tornare a leggerla se doveste avere dei problemi :).
Le patch RAID attuali per Linux supportano i seguenti livelli:
Gli spare disks sono dischi che non fanno parte dell'array RAID fino a che uno dei dischi attivi smette di funzionare. Quando il guasto di un disco viene rilevato, questo dispositivo viene marcato come "cattivo" (bad) e la ricostruzione viene immediatamente iniziata su uno degli spare-disk a disposizione.
Quindi, gli spare-disk aggiungono un'utile extra sicurezza specialmente ai sistemi RAID-5. Ci si può permettere di far lavorare il sistema per un po', con un dispositivo guasto, poiché tutta la ridondanza è conservata per mezzo degli spare-disk.
Non si può essere sicuri che un sistema sopravviva al guasto di un disco. Il RAID layer dovrebbe gestire i guasti ai dischi piuttosto bene, ma i driver SCSI potrebbero crollare sulla gestione degli errori, o il chipset IDE potrebbe bloccarsi, oppure una quantità di altre cose potrebbe accadere.
Non c'è nessuna ragione nell'usare il RAID per questioni di prestazioni dello swap. Il kernel stesso può creare delle stripe facendo lo swap su più dispositivi, se solo gli date la stessa priorità nel file fstab.
Un fstab ben fatto si presenta così:
/dev/sda2 swap swap defaults,pri=1 0 0 /dev/sdb2 swap swap defaults,pri=1 0 0 /dev/sdc2 swap swap defaults,pri=1 0 0 /dev/sdd2 swap swap defaults,pri=1 0 0 /dev/sde2 swap swap defaults,pri=1 0 0 /dev/sdf2 swap swap defaults,pri=1 0 0 /dev/sdg2 swap swap defaults,pri=1 0 0Questa configurazione permette alla macchina di fare lo swap in parallelo su sette dispositivi SCSI. Non c'è nessuna necessità del RAID, visto che questa è da sempre una caratteristica intrinseca del kernel.
Un'altra ragione per usare il RAID per lo swap è l'elevata disponibilità. Se per esempio si costruisce un sistema che fa il boot su un dispositivo RAID-1, il sistema dovrebbe essere in grado di sopravvivere al danneggiamento di un disco. Ma se il sistema stava facendo lo swap sul dispositivo guasto, ci sarà sicuramente un blocco. Fare lo swap su un dispositivo RAID-1 risolverebbe questo problema.
Ci sono state molte discussioni se fare lo swap fosse stabile sui dispositivi RAID. Questo è un dibattito continuo, che dipende per la maggior parte su altri aspetti del kernel. Nel momento in cui viene scritto questo HOWTO, sembra che fare lo swap su RAID sia perfettamente stabile, eccetto quando l'array è in fase di ricostruzione (per esempio dopo che un nuovo disco è stato inserito in un array danneggiato). Quando il kernel 2.4 sarà rilasciato, questa è una questione che sarà sistemata piuttosto rapidamente, ma fino ad allora, dovreste testare profondamente il sistema da soli fino a che sarete soddisfatti per la stabilità oppure concluderete che non volete fare lo swap su RAID.
Potete costruire un RAID in un file di swap su un filesystem sul vostro dispositivo RAID, o potete costruire un dispositivo RAID come una partizione di swap, come preferite. Come sempre, il dispositivo RAID è solo un dispositivo a blocchi.
Questo paragrafo tratta alcune delle questioni hardware implicate durante il lavoro di un software RAID.
E' davvero possibile far lavorare un RAID su dei dischi IDE. Si possono realizzare anche eccellenti prestazioni. Infatti, il prezzo attuale dei dischi e dei controller IDE, rende l'IDE degno di considerazione, quando si costruisce un nuovo sistema RAID.
E' molto importante, che venga usato un solo disco IDE per IDE bus. Non solo due dischi rovinano le prestazioni, ma il guasto di un disco spesso comporta il blocco del bus, e quindi il blocco di tutti i dischi su quel bus. In un sistema RAID a prova di guasto (fault-tolerant) (livelli RAID 1,4,5), il guasto di un disco può essere gestito, ma il danneggiamento di due dischi (i due dischi sullo stesso bus che si bloccano a causa del guasto di uno dei due) renderà l'array inutilizzabile. Inoltre, quando il disco master su un bus si guasta, lo slave o il controller IDE possono risultare tragicamente confusi.
Esistono degli economici PCI IDE controller sul mercato. E' possibile acquistare due o quattro bus per circa 80$. Considerando il prezzo più basso dei dischi IDE rispetto agli SCSI, direi che un array di dischi IDE potrebbe essere veramente un'interessante soluzione se vi potete accontentare di avere a disposizione un numero relativamente basso (circa 8 probabilmente) di dischi da collegare al sistema (a meno che non abbiate molti slot PCI per collegare degli IDE controller).
L'IDE ha maggiori problemi di cablatura quando si creano grandi array. Anche se avete a disposizione abbastanza slot PCI, è difficile che possiate sistemare più di 8 dischi in un sistema continuando a mantenerlo funzionante senza corruzione dei dati (causato dalla lunghezza eccessiva dei cavi IDE).
Questa è stata una delle questioni maggiormente trattate sulla linux-kernel list per un po' di tempo. Sebbene la sostituzione "al volo" dei dischi sia supportata a qualche livello, non è ancora qualcosa che possa essere fatta facilmente.
NO ! L'IDE non gestisce assolutamente la sostituzione "al volo". Di sicuro, può funzionare, se il driver IDE è compilato come modulo (possibile solo con i kernel della serie 2.2), e se lo ricaricate dopo avere sostituito il disco. Ma potreste anche finire con un controller IDE "fritto" e avere un tempo di fermo macchina molto maggiore che se aveste sostituito il drive con il sistema arrestato.
Il problema principale, eccetto le questioni elettriche che possono distruggere il vostro hardware, è che il bus IDE deve essere riesaminato dopo che i dischi sono stati sostituiti. Il driver IDE non può al momento farlo. Se il nuovo disco è al 100% uguale al vecchio (geometria, ecc.), potrebbe funzionare anche senza riesame del bus, ma in verità questo vuol dire camminare sulla lama del rasoio.
Nemmeno il normale hardware SCSI offre la sostituzione "al volo". Potrebbe però funzionare comunque. Se il vostro SCSI driver supporta il riesame del bus e il collegamento e la rimozione di dispositivi, potreste essere in grado di sostituire al volo i dischi. Comunque, in un normale bus SCSI non si dovrebbero probabilmente scollegare i dispositivi mentre il sistema è ancora alimentato. Ma, di nuovo, potrebbe funzionare (e potreste anche finire con dell'hardware "fritto").
Lo SCSI layer dovrebbe sopravvivere se un disco cessa di funzionare, ma non tutti gli SCSI driver sono ancora in grado di gestire questo. Se il vostro driver SCSI si blocca quando un disco si guasta, il sistema crollerà con esso, tutto sommato il collegamento "al volo" non è poi così interessante.
Con lo SCA, dovrebbe essere possibile collegare i dispositivi "al volo". Comunque, io non posseggo l'hardware necessario a provare questa funzione, non sono a conoscenza di nessuno che ci abbia provato, così non posso dare nessuna "ricetta" su come farlo.
Se volete "giocare" con questo, dovreste comunque conoscere abbastanza del funzionamento dello SCSI e del RAID. Così non scriverò qui qualcosa che non posso essere sicuro che funzioni, posso invece darvi alcuni indizi:
Non tutti i driver SCSI supportano il collegamento e la rimozione dei dispositivi. Nella serie dei kernel 2.2, almeno l'Adaptec 2940 ed il Symbios NCR53c8xx sembrano supportarlo, gli altri potrebbero e non potrebbero. Apprezzerei molto se qualcuno avesse ulteriori fatti da riportare sull'argomento...
Questo è quello di cui avete bisogno per qualunque livello RAID:
Tutto questo software può essere trovato presso ftp://ftp.fi.kernel.org/pub/linux
I RAID tool e le patch sono nella subdirectory daemons/raid/alpha
subdirectory. I kernel si possono trovare nella subdirectory kernel
.
Applicate la patch al kernel, configuratelo per includere il supporto al livello RAID che volete usare. Compilatelo ed installatelo.
Poi, decompattate, configurate, compilate ed installate i RAID tool.
Ok, fatto. Se fate un reboot ora, dovreste avere un file di nome /proc/mdstat
. Ricordate, questo file è vostro amico. Guardate cosa contiene facendo un cat
/proc/mdstat
. Esso dovrebbe dirvi che avete la corretta RAID personality (modalità RAID) registrata e che nessun dispositivo RAID è al momento attivo.
Create ora le partizioni che volete includere nel RAID array.
Da ora, analizziamo specificamente ogni modalità in maniera separata.
Ok, avete a disposizione due o più partizioni che non hanno necessariamente le stesse dimensioni (ma naturalmente potrebbero averle), volete a questo punto "appenderle" una all'altra.
Preparate il file /etc/raidtab
per dare una descrizione del vostro sistema. Io ho preparato un raidtab per due dischi in linear mode, il file si presenta nel seguente modo:
raiddev /dev/md0 raid-level linear nr-raid-disks 2 chunk-size 32 persistent-superblock 1 device /dev/sdb6 raid-disk 0 device /dev/sdc5 raid-disk 1Gli spare-disk non sono supportati in questa modalità. Se un disco si guasta, l'array si blocca con esso. Non ci sono informazioni da mettere su uno spare disk.
Probabilmente vi chiederete come mai abbia specificato una "chunk-size
" qui, quando il linear-mode non fa altro che "appendere" i dischi in un grande array senza alcun parallelismo. Bene, avete perfettamente ragione, è strano. Mettete una qualche chunk size e non preoccupatevene ulteriormente.
Ok, creiamo l'array. Date il comando
mkraid /dev/md0
Questo inizializzerà il vostro array, scriverà i persistent superblock e farà partire l'array.
Date un'occhiata a /proc/mdstat
. Dovreste vedere che l'array sta lavorando.
Ora, potete creare un filesystem, come fareste su qualunque altro dispositivo, montarlo, includerlo in fstab e così via.
Avete due o più dischi approssimativamente della stessa dimensione e volete combinare le loro capacità di "memorizzazione" e combinare anche le loro prestazioni facendoci degli accessi in parallelo.
Preparate il file/etc/raidtab
per descrivere la vostra configurazione. Un file raidtab di esempio appare così:
raiddev /dev/md0 raid-level 0 nr-raid-disks 2 persistent-superblock 1 chunk-size 4 device /dev/sdb6 raid-disk 0 device /dev/sdc5 raid-disk 1Come nel linear-mode, gli spare disk non sono supportati. Il RAID-0 non ha ridondanza, così quando un disco si guasta, l'array lo segue.
Ancora una volta date il comando
mkraid /dev/md0per inizializzare l'array. Questo dovrebbe inizializzare i superblocchi e far partire il dispositivo RAID. Date un occhiata a
/proc/mdstat
per vedere cosa sta succedendo. Dovreste vedere che il vostro dispositivo ora sta lavorando.
/dev/md0 ora è pronto per essere formattato, montato, usato e abusato.
Avete due o più dischi approssimativamente delle stesse dimensioni e volete che ognuno sia l'immagine (mirror) esatta dell'altro. Eventualmente potete avere più dischi, che volete tenere come spare-disk, che automaticamente diverranno parte dell'array se uno dei dischi attivi si guasta.
Preparate il file /etc/raidtab
nel seguente modo:
raiddev /dev/md0 raid-level 1 nr-raid-disks 2 nr-spare-disks 0 chunk-size 4 persistent-superblock 1 device /dev/sdb6 raid-disk 0 device /dev/sdc5 raid-disk 1Se avete spare disks, potete aggiungerli alla fine della specifica del dispositivo nel modo seguente
device /dev/sdd5 spare-disk 0Ricordate di dichiarare la voce nr-spare-disks in modo corrispondente.
Ok, abbiamo preparato tutto per far partire il RAID. L'immagine (mirror) deve essere costruita, cioè il contenuto (che al momento non è importante, in quanto il device deve ancora essere formattato) dei due dischi deve essere sincronizzato.
Date il comando
mkraid /dev/md0per dare il via all'inizializzazione del mirror.
Controllate il file /proc/mdstat
file. Dovrebbe dirvi che il dispositivo /dev/md0 è partito, che l'immagine (mirror) è in corso di ricostruzione e un ETA dello stato della ricostruzione.
Dovrebbe dirvi che il dispositivo /dev/md0 è partito, che l'immagine (mirror) è in corso di ricostruzione e un ETA dello stato della ricostruzione.
La ricostruzione è fatta utilizzando la larghezza di banda dell'I/O inutilizzata. Così, il sistema dovrebbe ancora essere piuttosto pronto a rispondere, sebbene gli hard disk led dovrebbero lampeggiare allegramente.
Provate a formattare il dispositivo, mentre la ricostruzione è in corso. Funzionerà. Potete anche montarlo ed usarlo mentre la ricostruzione è in corso. Naturalmente, se il disco sbagliato si rompe mentre la ricostruzione è in corso, non avete speranze.
Notate bene! Non ho mai fatto un test di un sistema del genere. Il setup seguente è una mia fondata congettura, ma nessuna sua parte è mai stata fatta girarare.
Avete tre o più dischi approssimativamente della stessa dimensione, uno dei dischi è significativamente più veloce degli altri e voi volete combinarli in un dispositivo più grande, mantenendo ancora delle informazioni di ridondanza. Eventualmente avete un certo numero di dischi che vorreste usare come spare-disk.
Preparate il file /etc/raidtab nel modo seguente:
raiddev /dev/md0 raid-level 4 nr-raid-disks 4 nr-spare-disks 0 persistent-superblock 1 chunk-size 32 device /dev/sdb1 raid-disk 0 device /dev/sdc1 raid-disk 1 device /dev/sdd1 raid-disk 2 device /dev/sde1 raid-disk 3Se disponessimo di spare disk, essi devono essere inseriti in un modo simile, seguendo le specifiche dei dischi RAID;
device /dev/sdf1 spare-disk 0come al solito.
Il vostro array può essere inizializzato con il comando
mkraid /dev/md0come al solito.
Dovreste dare un'occhiata alla sezione sulle opzioni speciali per mke2fs prima di formattare il dispositivo.
Avete tre o più dischi approssimativamente della stessa dimensione che volete combinare in un dispositivo più grande, mantenendo ancora un certo grado di ridondanza per la sicurezza dei dati. Eventualmente potete avere un certo numero di dischi da usare com spare disk, che non fanno parte dell'array fino a che un altro disco si guasta.
Se usate N dischi di cui il più piccolo ha dimensione S, la dimensione dell'intero array sarà (N-1)*S. Questo spazio è ``perso'' per le informazioni di parità (ridondanza). Quindi, se uno dei dischi si guasta i dati saranno ancora intatti. Ma se due dischi si guastano, tutti i dati andranno persi.
Preparate il file /etc/raidtab nel seguente modo:
raiddev /dev/md0 raid-level 5 nr-raid-disks 7 nr-spare-disks 0 persistent-superblock 1 parity-algorithm left-symmetric chunk-size 32 device /dev/sda3 raid-disk 0 device /dev/sdb1 raid-disk 1 device /dev/sdc1 raid-disk 2 device /dev/sdd1 raid-disk 3 device /dev/sde1 raid-disk 4 device /dev/sdf1 raid-disk 5 device /dev/sdg1 raid-disk 6Se disponete di spare disk, essi dovrebbero essere inseriti in una maniera simile, seguendo le specifiche dei dischi raid;
device /dev/sdh1 spare-disk 0e così via.
Una chunk size di 32 KB è un buon valore di default per la maggior parte dei filesystem di uso generale. L'array su cui la precedente raitab viene usata, è un dispositivo da 7 dischi da 6 GB = 36 GB (ricordando che (n-1)*s = (7-1)*6 = 36). Su di esso è costruito un ext2 filesystem con una dimensione del blocco da 4 KB. Potreste aumentare sia la chunk size dell'array sia la dimensione del blocco del filesystem se il vostro filesystem è o molto più grande o è costituito da file molto grandi.
Ok, abbiamo parlato abbastanza. Avete preparato la raidtab, andiamo a vedere se funziona. Date il comando
mkraid /dev/md0e state a vedere cosa succede. Se tutto è andato a buon fine i vostri dischi dovrebbero iniziare a lavorare come matti, iniziando la ricostruzione dell'array. Date un occhiata a
/proc/mdstat
per vedere cosa sta succedendo.
Se la creazione del dispositivo è avvenuta con successo, il processo di ricostruzione è iniziato a questo punto. Il contenuto del vostro array non è consistente finché questa fase di ricostruzione non è terminata. Comunque, l'array è completamente funzionanate (eccetto che per la gestione dei guasti naturalmente) e quindi potete formattarlo anche durante la fase di ricostruzione.
Date un occhiata al paragrafo sulle opzioni speciali di mke2fs prima di formattare l'array.
Date un occhiata al paragrafo sulle opzioni speciali di mke2fs prima di formattare l'array.
Ok, ora che avete il RAID device funzionante, potete sempre arrestarlo e farlo ripartire usando i comandi
raidstop /dev/md0o
raidstart /dev/md0
Invece di mettere questi comandi nei file init e fare il reboot un fantastilione di volte per arrivare ad un sistema funzionante, continuate a leggere e capirete come poter far funzionare l'autorilevamento (autodetection).
`Tanto tempo fa...'' (TM), i raidtools avrebbero letto il vostro file /etc/raidtab
e poi avrebbero inizializzato l'array. Comunque, questo avrebbe richiesto che il filesystem su cui risiedeva /etc/raidtab
fosse montato. Questo risulta essere sfavorevole se avete intenzione di fare il boot da raid..
Inoltre il vecchio approccio portava a delle complicazioni quando si montavano i filesystem sui dispositivi RAID. Essi non potevano essere messi nel file /etc/fstab
come al solito, ma avrebbero dovuto essere montati negli init script.
I persistent superblock risolvono questi problemi. Quando un array è inizializzato con l'opzione persistent-superblock
nel file /etc/raidtab
uno speciale superblock viene scritto all'inizio di tutti i dischi che compongono l'array. Questo permette al kernel di leggere la configurazione dei dispositivi RAID direttamente dai dischi che ne fanno parte, invece di ottenerla da qualche file di configurazione che potrebbe non essere disponibile in qualche momento.
Dovreste comunque mantenere un file /etc/raidtab
file, consistente, poiché potreste aver bisogno di questo file per le successive ricostruzioni dell'array.
Il persistent superblock è obbligatorio se volete l'auto rilevamento (autodetection) dei vostri dispositivi RAID al boot del sistema. Tutto ciò è descritto nel paragrafo Autorilevamento (autodetection).
La chunk-size necessita di una spiegazione. Voi non potete mai scrivere completamente in parallelo su una batteria di dischi. Se avete due dischi e volete scriverci un byte, dovreste scrivere quattro bit su ogni disco, effettivamente, ogni bit pari andrebbe sul disco 0 e gli altri sul disco 1. L'hardware non supporta tutto questo. Invece, noi scegliamo alcune chunk size, che definiamo come come la più piccola massa ``atomica'' di dati che possa essere scritta su un dispositivo. Una scrittura di 16KB con una chunk-size di 4KB, farà si che il primo e il terzo chunk da 4KB siano scritti sul primo disco ed il secondo e il quarto chunk siano scritti sul secondo disco, nel caso di un RAID-0 con due dischi. Quindi, per scritture di grosse quantità di dati, si può notare un miglioramento dall'usare dei chunk piuttosto grandi, mentre gli array che contengono principalmente piccoli files beneficieranno di una piccola dimensione dei chunk.
Le dimensioni dei chunk devono essere specificate per tutti i livelli RAID, incluso il linear-mode. Comunque la chunk-size non fa alcuna differenza per il linear-mode.
Per avere prestazioni ottimali, dovreste sperimentare con i valori, così come con la dimensione del blocco del filesystem che costruite sull'array.
L'argomento dell'opzione chunk-size in
/etc/raidtab
I dati sono scritti ``quasi'' in parallelo nei dischi dell'array. Effettivamente, i blocchi di dimensione chunk-size
sono scritti in ogni disco serialmente.
Se specificate una chunk-size di 4 KB e scrivete 16 KB su un array di tre dischi, il sistema RAID scriverà 4 KB nei dischi 0, 1, 2, in parallelo, e poi i rimanenti 4 KB sul disco 0.
Una chunk-size di 32 KB è un punto di partenza ragionevole per la maggior parte degli array. Ma il valore ottimale dipende molto dal numero dei dischi costituenti l'array, dal contenuto del filesystem che ci viene messo sopra e da molti altri fattori. Sperimentate, per ottenere le migliori prestazioni.
Per le scritture la chunk-size non ha influenza sull'array, in quanto i dati devono essere scritti su tutti i dischi dell'array. Per le letture comunque, la chunk-size specifica quanti dati leggere serialmente dai dischi facenti parte dell'array. Poiché tutti i dischi attivi nell'array contengono la stessa informazione, le letture possono essere fatte in parallelo in modo simile al RAID-0.
Quando una scrittura è fatta su un array RAID-4, le informazioni dei parità devono sempre essere aggiornate sul disco di parità. La chunk-size è la dimensione del blocco di parità. Se un byte viene scritto su un array RAID-4, allora dei blocchi di dimensione chunk-size
saranno letti dagli N-1 dischi, verrà calcolata l'informazione di parità e i blocchi di dimensione chunk-size
saranno scritti nel disco di parità.
La chunk-size influenza le prestazioni in lettura nello stesso modo che nel RAID-0, visto che le letture da un array RAID-4 vengono effettuate nello stesso modo.
Sugli array RAID-5 la chunk-size ha esattamente lo stesso significato che nel RAID-4.
Una chunk-size ragionevole per un array RAID-5 è 128 KB, come sempre, potete sperimentare con essa.
Date anche un occhiata al paragrafo sulle opzioni speciali di mke2fs. Questo influenza le performance di un array RAID-5.
Esiste un'opzione speciale per formattare un dispositivo RAID-4 o RAID-5 con mke2fs. L'opzione -R stride=nn
permetterà a mke2fs di piazzare meglio delle strutture dati specifiche dell'ext2 in modo intelligente sul dispositivo RAID.
Se la chunk-size è di 32 KB, ciò significa che blocchi da 32 KB di dati consecutivi saranno presenti su un disco. Se volessimo costruire un ext2 filesystem con una dimensione del blocco da 4 KB, si capisce che avremmo otto blocchi del filesystem per ogni chunk dell'array. Noi possiamo passare questa informazione all'utility mke2fs al momento di creare il filesystem:
mke2fs -b 4096 -R stride=8 /dev/md0
Le prestazioni dei RAID-{4,5} sono fortemente influenzate da questa opzione. Non sono sicuro di come l'opzione stride influenzi gli altri livelli RAID. Se qualcuno avesse maggiori informazioni su questo, per favore me le faccia avere.
La dimensione del blocco dell'ext2fs influenza fortemente le prestazioni del filesystem. Dovreste usare sempre la dimensione del blocco da 4 KB su ogni filesystem più grande di qualche centinaia di megabyte, a meno che non stiate lavorando con un gran numero di piccoli file.
L'autorilevamento permette ai dispositivi RAID di essere automaticamente riconosciuti dal kernel al boot del sistema, subito dopo che il rilevamento solito delle partizioni è stato eseguito.
Tutto ciò richiede diverse cose:
NOTA: Siate certi che che il vostro RAID NON stia lavorando prima di cambiare il tipo della partizione. Usate raidstop /dev/md0
per arrestare il dispositivo.
Se preparate tutto in modo congruente ai precedenti punti 1, 2 e 3, l'autorilevamento dovrebbe avvenire. Provate a fare un reboot. Quando il sistema riparte, fate un cat di /proc/mdstat
che dovrebbe dirvi che il vostro dispositivo RAID sta funzionando
.
Durante il boot, dovreste vedere dei messaggi simili a:
Oct 22 00:51:59 malthe kernel: SCSI device sdg: hdwr sector= 512 bytes. Sectors= 12657717 [6180 MB] [6.2 GB] Oct 22 00:51:59 malthe kernel: Partition check: Oct 22 00:51:59 malthe kernel: sda: sda1 sda2 sda3 sda4 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: sdb: sdb1 sdb2 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: sdc: sdc1 sdc2 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: sdd: sdd1 sdd2 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: sde: sde1 sde2 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: sdf: sdf1 sdf2 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: sdg: sdg1 sdg2 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: autodetecting RAID arrays Oct 22 00:51:59 malthe kernel: (read) sdb1's sb offset: 6199872 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: bind<sdb1,1> Oct 22 00:51:59 malthe kernel: (read) sdc1's sb offset: 6199872 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: bind<sdc1,2> Oct 22 00:51:59 malthe kernel: (read) sdd1's sb offset: 6199872 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: bind<sdd1,3> Oct 22 00:51:59 malthe kernel: (read) sde1's sb offset: 6199872 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: bind<sde1,4> Oct 22 00:51:59 malthe kernel: (read) sdf1's sb offset: 6205376 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: bind<sdf1,5> Oct 22 00:51:59 malthe kernel: (read) sdg1's sb offset: 6205376 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: bind<sdg1,6> Oct 22 00:51:59 malthe kernel: autorunning md0 Oct 22 00:51:59 malthe kernel: running: <sdg1><sdf1><sde1><sdd1><sdc1><sdb1> Oct 22 00:51:59 malthe kernel: now! Oct 22 00:51:59 malthe kernel: md: md0: raid array is not clean -- starting background reconstructionQuesto è quello che si ottiene dall'autorilevamento di un array RAID-5 che non è stato arrestato in modo pulito (per esempio se si è avuto un blocco della macchina). La ricostruzione viene iniziata automaticamente. Montare questo dispositivo è perfettamente sicuro, poiché la ricostruzione è trasparente e tutti i dati sono consistenti (è solo l'informazione di parità che è inconsistente - ma non c'è nessuna necessità di essa finché un dispositivo non si guasta).
I dispositivi che vengono avviati automaticamente sono anche arrestati automaticamente quando si ferma la macchina (shutdown). Non vi curate degli init script. Usate solo i device /dev/md come ogni altro device /dev/sd o /dev/hd.
Si, è veramente così semplice.
Potreste voler dare un occhiata ai vostri init-script per cercare i comandi raidstart/raidstop. Essi si trovano di solito negli init script della RedHat. Sono utilizzati solo per il vecchio RAID e non servono a niente nel nuovo RAID con l'autorilevamento. Potete semplicemente rimuovere queste linee e tutto continuerà a funzionare bene.
Ci sono diversi modi per costruire un sistema che monti il suo root filesystem su un dispositivo RAID. Al momento solo l'installazione grafica di Linux RedHat 6.1 permette l'installazione diretta di un dispositivo RAID. E'comunque possibile realizzare la cosa.
L'ultima distribuzione ufficiale di lilo (Versione 21) non gestisce i dispositivi RAID e quindi il kernel non può essere caricato al boot dal dispositivo RAID. Se usate questa versione, il vostro /boot
filesystem dovrà stare su un dispositivo non-RAID. Un modo per assicurarsi che che il sistema faccia il boot comunque, è quello di creare delle partizioni /boot
uguali su tutti i dischi del vostro RAID, in questo modo il BIOS può sempre caricare i dati per esempio dal primo disco disponibile. Questo presume che non facciate il boot da un disco guasto nel vostro sistema..
Con la RedHat 6.1 una patch per lilo 21 è diventata disponibile, essa può gestire il /boot
su un RAID-1. Notate che essa non funzionerà per qualunque altro livello, RAID-1 (mirroring) è il solo livello RAID supportato. Questa patch (lilo.raid1
) può essere trovata presso dist/redhat-6.1/SRPMS/SRPMS/lilo-0.21-10.src.rpm
su ogni RedHat mirror. La versione di lilo a cui viene applicata la patch accetterà la voce boot=/dev/md0
nel file lilo.conf
e renderà ogni ogni disco immagine (mirror) pronto per il boot.
Un altro modo per assicurare che il sistema riesca sempre a fare il boot è di creare un floppy di boot dopo che tutto il sistema è stato costruito. Se il disco sul quale il filesystem /boot
risiede si blocca, è sempre possibile fare il boot da floppy.
Al fine di avere un sistema che faccia il boot su RAID, il root filesystem (/) deve essere montato su un dispositivo RAID. Due metodi per realizzare questo sono dati sotto. Visto che nessuna delle attuali distribuzioni (almeno di cui io sia a conoscenza) supporta l'installazione su un dispositivo RAID, questi metodi presumono che voi abbiate installato su una normale partizione e poi - quando l'installazione è finita - spostiate il contenuto del vostro root filesystem non-RAID sul nuovo dispositivo RAID.
Questo metodo presume che voi abbiate degli spare-disk, che non fanno parte del sistema RAID che state configurando, su cui possiate installare il sistema operativo.
mke2fs
), e montatelo sotto /mnt/newrootcd / find . -xdev | cpio -pm /mnt/newroot
/mnt/newroot/etc/fstab
per utilizzare il giusto dispositivo( il/dev/md?
root device) per il root filesystem./boot
filesystem, e montiamo invece il dispositivo di boot su /mnt/newroot/boot
. Questo è necessario per far lavorare correttamente lilo nel prossimo punto./mnt/newroot/etc/lilo.conf
per puntare al giusto dispositivo. Il dispositivo di boot deve ancora essere un normale disco (non un dispositivo RAID), ma il root device deve puntare al nuovo RAID. Quando l'avete fatto, date il comando
lilo -r /mnt/newroot, LILO dovrebbe essere eseguito senza errori.
Se fate tutto ciò con dischi IDE, siate sicuri di comunicare al BIOS che tutti i dischi sono di tipo "auto-detect", così che il BIOS permetterà alla vostra macchina di fare il boot, anche se un disco viene perso.
Questo metodo necessita che voi usiate una raidtools/patch che include la direttiva failed-disk. Questa sarà la tools/patch per tutti i kernel verione 2.2.10 e successive.
Voi potete usare questo metodo solo un RAID di livello 1 e superiore. L'idea è quella di installare il sistema su un disco che è, di proposito, marcato come guasto all'interno del RAID, allora copiate il sistema sul RAID che lavorerà in modalità "degraded" e finalmente farete usare al RAID il non più necessario ``install-disk'', saltando la vecchia installazione, ma facendo lavorare il RAID in modalità "non degraded".
failed-disk
nel file raidtab
. Non mettete il failed-disk
come primo disco nel fileraidtab
, questo comporterebbe dei problemi all'avvio del RAID. Create il RAID e costruite un filesystem su di esso.raidtab
per includervi il failed-disk
come unraid-disk
. Ora, fate raidhotadd
con il vostro disco al RAID.Perché un kernel sia in grado di montare un root filesystem, il supporto per il dispositivo su cui il filesystem risiede deve essere presente nel kernel. Perciò, al fine di montare il root filesystem su un device RAID, il kernel deve avere il supporto RAID.
La maniera normale per essere certi che il kernel possa vedere il dispositivo RAID è semplicemente quella di compilare il kernel con tutto il supporto RAID necessario. Siate sicuri di aver compilato il supporto RAID nel kernel, e non come modulo caricabile. Il kernel non può caricare un modulo (dal root filesystem) finché il root filesystem non è montato.
Comunque, poiché RedHat-6.0 è distribuita con un kernel che ha il supporto per il nuovo RAID come modulo, qui verrà descritto come usare il kernel standard della RedHat-6.0, continuando a fare il boot del sistema da RAID.
Dovrete "istruire" LILO ad usare un RAM-disk per ottenere questo. Usate il comando mkinitrd
per creare un ramdisk contenente tutti i moduli del kernel necessari a montare la partizione di root. Questo può essere fatto nel seguente modo:
mkinitrd --with=<module> <ramdisk name> <kernel>Per esempio:
mkinitrd --with=raid5 raid-ramdisk 2.2.5-22
Questo ci rende sicuri che il modulo RAID specificato sia presente al boot quando il kernel monterà il root device.
Non dovete mai MAI mai ripartizionare i dischi che fanno parte di un array attivo. Se dovete alterare la tabella delle partizioni su un disco che fa parte di un RAID, arrestate l'array e poi ripartizionate.
E' facile mettere troppi dischi su un bus. Un normale Fast-Wide SCSI bus può sopportare 10 MB/s, che è meno di quanto alcuni dischi possano fare oggi. Mettere sei di questi dischi sul bus non vi darà di certo il guadagno di prestazioni che vi aspettate.
Un maggior numero di controller SCSI vi daranno delle prestazioni migliori, se i bus SCSI sono quasi saturati da dischi collegati. Non vedrete un incremento di prestazioni dall'uso di due 2940 con due vecchi dischi SCSI rispetto a far lavorare i due dischi su un solo controller.
Se vi dimenticate dell'opzione persistent-superblock, il vostro array non ripartirà volentieri dopo che è stato arrestato. Ricreate allora l'array con l'opzione abilitata nel file raidtab.
Se un RAID-5 fallisce la ricostruzione dopo che un disco è stato rimosso e riinserito, questo potrebbe dipendere dall'ordine dei dispositivi nel file raidtab. Provate a spostare la prima coppia ``device ...'' / ``raid-disk ...'' in fondo alla descrizione dell'array nel file raitab.
La maggior parte degli ``error reports'' che trovate sulla linux-kernel list, sono di persone che in qualche modo hanno sbagliato ad usare la giusta patch raid con la corrispondente versione dei raidtools. Siate sicuri di utilizzare 0.90 RAID, e che state usando i raidtools per esso.
Se pensate di usare il RAID per avere tolleranza ai guasti (fault-tolerance), potreste voler testare il vostro sistema per vedere se funziona veramente. Ora, come simulare un guasto?
In breve, non potete, eccetto forse che facendo passare un ascia infuocata attraverso il disco di cui volete simulare il guasto. Non potrete mai sapere cosa accadrà quando un disco cessa di funzionare. Esso potrebbe bloccare elettricamente tutto il bus a cui è collegato, rendendo tutti i dischi su quel bus inaccessibili. Sebbene non mi sia noto nessun accadimento del genere. Il disco potrebbe solo notificare un guasto di lettura/scrittura al layer SCSI/IDE, il che permetterà al layer RAID di gestire questa situazione in modo positivo. Questo è per fortuna il modo in cui le cose vanno di solito.
Se volete simulare il guasto di un disco, scollegatelo. Dovreste farlo per mezzo del pulsante di spegnimento. Se siete interessati a testare se i vostri dati possano sopravvivere con un disco in meno del numero solito, non c'è problema nel fare l' "hot-plug cowboy" ora. Spegnete il sistema, scollegate il disco e fate un nuovo boot.
Controllate nel syslog e date un'occhiata a/proc/mdstat
per vedere cosa sta facendo il RAID. Funziona?
Ricordate, voi dovete far girare il RAID-{1,4,5} sul vostro array per poter sopravvivere al guasto di un disco. Linear-raid o RAID-0 perdono tutto quando un disco si guasta.
Quando avrete di nuovo collegato il disco (con la macchina spenta, naturalmente, ricordate), potete agggiungere il ``nuovo'' dispositivo al RAID nuovamente, con il comando raidhotadd
.
Il RAID (sia hardware- che software-), considera che se la scrittura su un disco non genera un errore, allora la scrittura è avvenuta correttamente. Allora, se il vostro disco danneggia i dati senza generare errori, tutti i vostri dati saranno corrotti. Questo naturalmente è molto spiacevole che accada, ma è possibile e porterebbe ad avere un filesystem corrotto.
Il RAID non può e non è progettato per controllare il danneggiamento dei dati sui supporti. Perciò non ha alcun senso il corrompere di proposito i dati (utilizzando dd
per esempio) su un disco per vedere come il sistema RAID riesce a gestire questa situazione. E' molto probabile (a meno che si corrompa il RAID superblock) che il RAID layer non si accorga di niente riguardo al danneggamento, ma che il vostro filesystem sul dispositivo RAID sia danneggiato.
Questo è il modo in cui le cose si suppone che funzionino. Il RAID non è una garanzia per l'integrità dei dati, esso ci permette solo di conservare i nostri dati se un disco si blocca (con i livelli RAID maggiori od uguali ad 1, naturalmente).
Se avete già letto il resto di questo HOWTO, dovreste già avere un'idea di che cosa significhi la ricostruzione di un array danneggiato. Riassumendo:
raidhotadd /dev/mdX /dev/sdX
per inserire nuovamente il disco nell'arrayBene, di solito funziona così, a meno che voi siate sfortunati e il vostro RAID sia stato reso inutilizzabile perché più di un disco si è guastato. Questo può realmente succedere se un certo numero di dischi è collegato sullo stesso bus e uno dei dischi blocca il bus quando si guasta. Gli altri dischi, anche se non sono guasti, saranno irraggiungibili per il RAID layer, perché il bus è bloccato e quindi saranno marcati come danneggiati. Su un RAID-5 su cui è possibile sostituire un disco, il guasto di due o più di essi può essere fatale.
Il seguente paragrafo è la spiegazione che Martin Bene mi ha dato, e descrive un possibile recupero dal terrificate scenario mostrato sopra. Esso implica l'uso della direttiva failed-disk
nel nostro file /etc/raidtab
, così funzionerà solo con i kernel 2.2.10 e successivi.
Lo scenario è:
Per prima cosa: riscrivete il RAID superblock con il comando mkraid --force
Al fine di farlo lavorare correttamente, avete bisogno di un file /etc/raidtab
aggiornato - se esso non corrisponde ESATTAMENTE ai dispositivi e all'ordine dei dischi originali, non funzionerà.
Controllate il syslog prodotto cercando di far partire l'array, vedrete l'"event count" per ogni superblock; di solito è meglio lasciare fuori il disco con il più basso "event count", per esempio il più vecchio.
Se date il comando mkraid
senza failed-disk
, il processo di ricostruzione partirà immediatamente ed inizierà a ricostruire i blocchi di parità - il che non è necessariamente quello che volete in questo momento.
Con failed-disk
potete specificare quali dischi volete che siano attivi e forse potete provare diverse combinazioni per ottenere i migliori risultati. BTW, monta il filesystem solo read-only durante queste prove...
Questo metodo è stato usato da almeno due persone con cui sono in contatto.
Questa parte contiene un certo numero di benchmark di un sistema reale che usa il software RAID.
I benchmark sono stati fatti con il programma Bonnie
e ogni volta con file grandi due o più volte la dimensione della RAM fisica presente sulla macchina.
I benchmark misurano solo la larghezza di banda (bandwidth) in ingresso e in uscita su un solo grande file. Questa è una cosa interessante da conoscere, se siamo interessati al massimo indice di trasferimento (throughput) per scritture/letture di grandi quantità di dati.
In ogni caso, questi numeri ci dicono poco delle prestazioni dell'array se esso fosse usato come un "news spool", un web-server, ecc.
Teniamo sempre in mente, che i numeri dei benchmark sono il risultato dell'esecuzione di un programma ``sintetico''. Pochi dei programmi che appartengono alla vita reale fanno quello che fa Bonnie
e, sebbene questi numeri di I/O siano interessanti da guardare, non sono indicativi delle prestazioni dei programmi reali. Non troppo almeno.
Per ora ho solo i risultati ottenuti sulla mia macchina. Il sistema è:
I tre dischi U2W pianterebbero il controller U2W, and il disco UW ingolferebbe il controller UW.
Sembra impossibile instradare più di 30 MB/s di dati attraverso i bus SCSI del sistema usando o meno il RAID. Quello che credo è che, siccome il sistema è piuttosto vecchio, sia la banda passante della memoria a mancare, e questo limita quello che può essere inviato attraverso un controller SCSI.
La lettura è un "Sequential block input", e la scrittura è un "Sequential block output". La dimensione del file è stata di 1 GB per tutti i test. I test sono stati fatti in modalità singolo utente (single user). Il driver SCSI è stato configurato per non usare il "tagged command queuing".
Chunk size | Block size | Read KB/s | Write KB/s |
4k | 1k | 19712 | 18035 |
4k | 4k | 34048 | 27061 |
8k | 1k | 19301 | 18091 |
8k | 4k | 33920 | 27118 |
16k | 1k | 19330 | 18179 |
16k | 2k | 28161 | 23682 |
16k | 4k | 33990 | 27229 |
32k | 1k | 19251 | 18194 |
32k | 4k | 34071 | 26976 |
a questo, sembra che la dimensione del chunk non faccia molta differenza. Comunque, la dimensione del blocco dell'ext2fs dovrebbe essere più grande possibile, quindi 4 KB (ovvero la dimensione della pagina) sui sistemi IA-32.
Questa volta il driver SCSI è stato configurato per utilizzare il "tagged command queuing", con una profondità della coda di 8. Per il resto tutto come prima.
Chunk size | Block size | Read KB/s | Write KB/s |
32k | 4k | 33617 | 27215 |
Nessun altro test è stato fatto. TCQ sembra incrementare un poco le prestazioni in scrittura, ma in realtà non è che ci sia poi tutta questa differenza.
L'array è stato configurato per lavorare in modalità RAID-5, dei test simili ai precedenti sono stati fatti.
Chunk size | Block size | Read KB/s | Write KB/s |
8k | 1k | 11090 | 6874 |
8k | 4k | 13474 | 12229 |
32k | 1k | 11442 | 8291 |
32k | 2k | 16089 | 10926 |
32k | 4k | 18724 | 12627 |
Ora, sia la dimensione del chunk che quella del blocco del filesystem sembrano effettivamente fare la differenza.
Un array RAID-10 è composto da ``mirrored stripes'', ovvero, un array RAID-1 di due array RAID-0. La chunk-size è la dimensione del chunk sia dell'array RAID-1 che di quello RAID-0. Non ho compiuto dei test nel caso in cui le due dimensioni del chunk differiscano, per quanto sia perfettamente lecito.
Chunk size | Block size | Read KB/s | Write KB/s |
32k | 1k | 13753 | 11580 |
32k | 4k | 23432 | 22249 |
Nessun altro test è stato fatto. La dimensione del file era 900MB, perché le quattro partizioni coinvolte erano da 500 MB ognuna, il che non permetteva di avere spazio per un file da 1 GB in questa configurazione (RAID-1 su due array da 1000MB).
Le seguenti persone hanno contribuito alla creazione di questa documentazione:
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