The teTeX-HOWTO is copyright (C) 1997, 1998 by Robert Kiesling. Permission is granted to make and distribute verbatim copies of this manual provided that the copyright notice and this permission notice are preserved on all copies.
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TeX, nel procedimento di preparazione di un documento, tratta solo la parte di
formattazione. Generare un documento con TeX è come compilare codice sorgente:
si ottiene del codice oggetto che deve però ancora essere linkato. Si prepara
un file con un editor di testi (quello che è generalmente conosciuto come
``word processing'') e si fa poi elaborare il file da TeX, ottenendo un file
``indipendente dal dispositivo'', detto ``file .dvi
'' (DeVice
Independent).
Hai anche bisogno di programmi in grado di ``tradurre'' l'output in formato
.dvi
di TeX in un formato comprensibile dalla tua scheda video e dalla
tua stampante. Questi programmi vengono detti, nell'insieme, ``dviware''. Per
esempio, lo stesso TeX fa solo richieste per i font da usare. \ poi compito
del driver .dvi
fornire effettivamente quei font al dispositivo
di uscita, sia esso lo schermo o la stampante. Questo passo ulteriore può
sembrare eccessivamente complicato, ma l'astrazione fa sì che i documenti
possano essere mostrati allo stesso modo su diversi dispositivi con minime
modifiche, se non nessuna, da apportare al documento originale.
TeX è implementato praticamente per ogni sistema serio esistente al mondo (ed anche per qualcuno ``meno serio'') quindi gli implementatori devono far sì che possa essere installato facilmente in ognuno di essi. Questo, unito all'intrinseca complessità di ogni installazione TeX, giustifica in parte la complessità di teTeX. Giustifica anche il fatto che installare da soli il sistema sia un lavoro non indifferente, e a meno che tu non abbia già familiarità con TeX è facile perdersi fra il gran numero di eseguibili, file di TeX, documentazione e font.
Per fortuna teTeX fa parte della distribuzione GNU/Linux. Puoi installare il pacchetto molto più facilmente usando gli strumenti di installazione GNU/Linux. Potresti avere già teTeX installato nel tuo sistema. In questo caso puoi saltare direttamente alla Sezione Usare teTeX.
Comunque, se vuoi installare il pacchetto, i file necessari per un'installazione funzionante di teTeX si trovano nei siti della rete di archivi CTAN. Una lista di tali siti si trova nella Sezione Appendice A.
CTAN è l'acronimo di "Comprehensive TeX Archive Network" (rete degli
archivi completi di TeX), una serie di siti accessibili via FTP anonimo
che archiviano programmi, macro, font e documentazione riguardanti
TeX. Nella tua esperienza con TeX diventerai probabilmente familiare con almeno
uno dei siti CTAN. In questo documento un nome di percorso come
~CTAN/contrib/pstricks
significa ``la directory
contrib/pstricks
del sito CTAN più vicino''.
L'installazione della distribuzione generica di teTeX descritta nella Sezione Installing the CTAN teTeX distribution si concentra sulle versioni di Linux per i processori Intel. Installare teTeX su un hardware diverso dovrebbe richiedere solo la sostituzione degli eseguibili con quelli appropriati alla specifica versione durante il processo di installazione.
Oltre agli eseguibili, la distribuzione include tutti i pacchetti TeX e
LaTeX, metafont
e il suo codice sorgente, bibtex, makeindex,
e tutta la documentazione... più di 4
Megabyte. La documentazione descrive ogni cosa di cui prevedibilmente
avrai bisogno per cominciare. Quindi sarebbe bene installarla tutta. Non
solo per leggerla, ma anche perché i documenti costituiscono dei buoni
esempi di codice ``reale'' per TeX e LaTeX.
TeX è stato scritto dal Professor Donald Knuth della Stanford University. È un linguaggio di composizione tipografica di basso livello che costituisce la base per tutti i pacchetti di livello più alto come LaTeX. Fondamentalmente LaTeX è un insieme di macro che TeX può eseguire e che danno all'utente finale la possibilità di usare comodamente dei formati di documenti predefiniti. Se ti piacciono i formati di LaTeX probabilmente non avrai mai la necessità di imparare a programmare TeX a basso livello. La differenza fra i due linguaggi è analoga a quella fra l'assembler e il C. Puoi avere la velocità e la flessibilità di TeX o la comodità di LaTeX.
A proposito, le lettere della parola ``TeX'' sono lettere dell'alfabeto
greco, tau-epsilon-chi. Non si tratta di un'associazione studentesca, ma
della radice della parola greca techne, che significa ``arte'' e/o
``scienza''. ``TeX'' non si pronuncia come la prima sillaba di ``Texas''.
TeX è generalmente pronunciato in modo da far rima con ``yecch'', per usare
l'esempio che il Professor Knuth fa in The TeXBook, che è uno dei
testi di riferimento per TeX. (Deve essere pronunciato ``tec'', come in
``tecnologia'', insomma ndt). Scrivi ``TeX'' con questo esatto uso di
lettere maiuscole e minuscole sui dispositivi a carattere, o, in TeX stesso,
utilizzando la macro \TeX{}
.
Per preparare un file per TeX può essere usato uno qualsiasi degli editor
disponibili sotto Linux (jed, joe, jove, vi, vim, stevie,
Emacs,
microemacs) o comunque un editor in grado di leggere e scrivere file in
formato ASCII standard. Quello che personalmente preferisco è GNU Emacs. Questo
per diverse ragioni:
dvips
.dvips
, scritto da Tomas Rokicki, genera un file Postscript a partire
da un file .dvi
. Inoltre esegue Metafont se è necessario per generare
i font bitmapped di cui ha bisogno oppure usa i font Postscript. Può anche
tagliare o ridimensionare le pagine e costruire elementi grafici a partire da
istruzioni in un file TeX o LaTeX.
Il programma dvips
fa parte della distribuzione teTeX. Ne parliamo
approfonditamente nella Sezione
Mettere insieme testo e grafica con dvips
Molta della complessità di TeX, e quindi anche di LaTeX, deriva dall'implementazione di vari sistemi di font e dal modo in cui questi font sono specificati. Un importante miglioramento di LaTeX 2e rispetto al suo predecessore è stato il modo in cui l'utente può specificare i font, detto in precedenza ``New Font Selection Scheme'' (nuovo schema di selezione del fonti). Se ne discute nella Sezione Caratteri e stili, TeX Font Commands e Usare font PostScript.
teTeX viene distribuito insieme a una dozzina circa di font, e questo è
abbastanza per cominciare. Ci sono anche le descrizioni della metrica dei
font, nei file .tfm
(TeX font metric). Per generare gli altri
font di cui puoi avere bisogno devi solo installare i sorgenti di
metafont
. I vari driver .dvi
provvederanno
automaticamente a richiamare metafont
per generare ``al volo'' i
caratteri Computer Modern di cui hanno bisogno.
Almeno teoricamente tutto è installato correttamente ed è pronto a funzionare. teTeX è un pacchetto molto grosso. Vorrai quindi imparare teTeX, come forse hai già fatto con altri programmi complessi, lentamente, invece di essere sommerso dalla sua complessità.
Allo stesso tempo, però, vogliamo fargli fare qualcosa di utile. Quindi invece di stare a guardare TeX mentre compone
``Hello, World!''come il Professor Knuth suggerisce nel The TeXBook, eseguiremo TeX su un paio di documenti di teTeX per provare l'installazione.
Le prime volte che usi teTeX sarebbe meglio che tu ti collegassi come
root
. Se non lo fai, metafont può non essere capace di creare
le directory necessarie per i suoi font. Un'opzione del programma
texconfig
consente di dare il permesso di scrittura a
tutti sulle directory dei font, ma se stai lavorando su un sistema
multiutente questo, per motivi di sicurezza, non è desiderabile.
Comunque, se non hai i privilegi per scrivere sulle directory in cui
vengono immagazzinati i font, Metafont si lamenterà di non
poter creare le directory. Non verrà prodotto nulla perché non ci sono
i caratteri necessari. Questo non è un grosso problema. Scollegati e
ricollegati come root
, poi ripeti l'operazione che ha causato
problemi.
Il bello di teTeX è che se fai qualche errore che lo fa ``saltare'', non vengono mai fatti danni. Non è come un compilatore con il quale puoi ad esempio danneggiare tutta la partizione di root se un puntatore punta da qualche parte non prevista. Cosa? Non hai ancora letto il manuale di teTeX? Beh, è ovvio. Si trova ancora nella distribuzione, in forma di codice sorgente, ed aspetta di essere elaborato.
Quindi non aspettiamo oltre, sarai senz'altro ansioso di leggerlo. Si trova nella directory
/usr/lib/teTeX/texmf/doc/tetex.
Il file che contiene il manuale in formato LaTeX si chiama
TETEXDOC.tex
(l'estensione .tex
viene usata sia per i
file di TeX che per quelli di LaTeX. Alcuni editor, come
emacs
, sono in grado di riconoscere la differenza). C'è anche
un file TETEXDOC.dvi
che è bene tenere in un posto sicuro (ad
esempio un'altra directory) nel caso più tardi tu voglia provare i
tuoi driver .dvi
. Dopo averlo messo via, digita
latex TETEXDOC.texLaTeX scriverà alcuni messaggi di avvertimento. Il primo,
LaTeX Warning: Label(s) may have changed. Rerun to get the cross-references right.(le etichette potrebbero essere cambiate. Riesegui per avere i giusti riferimenti incrociati) è standard. È normale costruire l'indice di un documento eseguendo due volte LaTeX sul documento stesso. Quindi, ripeti il comando. Gli altri avvertimenti possono essere tranquillamente ignorati. Ti informano del fatto che alcuni dei percorsi FTP di cui si parla nel documento sono troppo lunghi per lo spazio loro assegnato. Le Sezioni Stile e dimensioni dei paragrafi e Tolleranze descrivono più in dettaglio la spaziatura orizzontale.
Noterai che teTeX ha prodotto numerosi file da TETEXDOC.tex
.
Quello che ci interessa è TETEXDOC.dvi
: è il file indipendente
dal dispositivo che puoi mandare indifferentemente allo schermo o alla
stampante. Se esegui teTeX sotto X Windows, puoi avere un'anteprima del
documento con xdvi
.
Per i nostri scopi supporremo che tu abbia una HP LaserJet II. A questo punto dovresti dare il comando
dvilj2 TETEXDOC.dviche produce, a partire da file
TETEXDOC.dvi
, un file in formato
PCL che contiene anche i ``soft font'', cioè informazioni sui font che
verranno trasmesse alla stampante. Questa possibilità non è
offerta da TeX o da LaTeX, ma da dvilj2
. Gli altri
driver .dvi
offrono la possibilità di sfruttare le capacità del
particolare dispositivo che supportano. dvilj2
risponderà
alle richieste di font fatte nel documento LaTeX fornendo il font più
simile disponibile nel sistema; nel caso di un documento contenente solo
testo, come TETEXDOC.tex
, non ci sono molti problemi. Tutti i
font richiesti vengono infatti generati da metafont, che viene chiamato
automaticamente da dvilj2
e provvede a creare i font che non
sono già sul sistema (la prima volta che esegui dvilj2
il
programma può aver bisogno di generare tutti i font). Ci sono
alcune opzioni di dvilj2
che controllano la generazione dei
font, e ne puoi trovare una descrizione nella relativa pagina di
manuale. In effetti non ci dovrebbe essere bisogno di eseguire
direttamente metafont; se questo bisogno invece si presenta c'è qualcosa
che è andato storto nell'installazione. Tutti i driver .dvi
chiamano direttamente metafont attraverso la libreria di ricerca dei
percorsi kpathsea (la descrizione di questa va oltre gli scopi
di questo documento) e non dovrai lavorare più con metafont
per ora
(sono forniti tutti i sorgenti metafont
della libreria di
font Computer Modern).
Puoi stampare TETEXDOC.lj
con il comando
lpr TETEXDOC.ljCi può essere bisogno di installare un filtro di stampa in grado di capire il PCL.
La teTeX Guide, un documento di nove pagine, dà alcune informazioni utili per affinare ulteriormente la configurazione del sistema: di qualcosa abbiamo già parlato, di molto altro non parlerò nel teTeX HOWTO.
Non ho potuto sperimentare di persona alcune delle informazioni contenute nella prossima sezione poiché ho una stampante non PostScript HP Deskjet 400, a getto d'inchiostro a colori, collegata alla porta parallela del computer. Comunque il fatto di non possedere una stampante PostScript non rappresenta un ostacolo alla capacità di stampare testi e grafica nei tuoi documenti. Ghostscript si trova nella maggior parte delle distribuzioni Linux e potrebbe essere già installato nel tuo sistema.
È facile preparare documenti da elaborare con TeX. Prendi un file di testo, assicurati che fra i paragrafi ci sia una linea vuota, ed esegui TeX su quel file con il comando
TeX il_tuo_file_di_testoIl risultato sarà un file con lo stesso nome ed estensione
.dvi
.
TeX formatta il testo usando il font Computer Modern Roman corpo 10,
interlinea singola e giustificazione su entrambi i margini. Se ricevi messaggi
d'errore a causa di caratteri speciali, come ad esempio il simbolo di dollaro,
inserisci prima di essi il carattere backslash e riesegui TeX sullo stesso file.
A questo punto puoi elaborare il file prodotto da TeX con il driver
.dvi
che preferisci (vedi sopra) per stampare il documento.
Una peculiarità dei file di input di TeX è l'uso delle virgolette aperte e chiuse, che devono essere inserite come due accenti gravi o due apostrofi. Emacs, in modo TeX, è in grado di farlo automaticamente.
"Queste sono virgolette ASCII." ``Queste sono virgolette `TeX-style'.''
I comandi in TeX iniziano con un backslash (``\''). Per esempio, il comando per cambiare la spaziatura fra le linee è
\baselineskip=24pt
La ``baseline'' è il punto più basso dei caratteri su una linea, senza
contare i discendenti. La distanza fra le baseline di due linee è la
\baselineskip
, a cui è assegnato un valore di 24 punti.
Le misure o dimensioni in TeX sono date spesso nelle seguenti unità di misura:
pt % Punti: 1/72 in. pc % Pica: 12 pt. in % Inch (pollici): 72.27 pt. cm % Centimetri: 2.54 cm = 1 in. mm % Millimetri: 10 mm = 1 cm.
Alcuni comandi non richiedono di specificare delle misure. Ad esempio:
\smallskip % Approssimativamente 3 punti. \medskip % Due \smallskip. \bigskip % Due \medskip.
\smallskip
inserisce uno spazio verticale di 3 punti nel
documento. Le misure sono approssimate perché TeX deve aggiustare le
dimensioni per interruzioni di pagina, titoli di sezione e altre unità di
spazio verticale. Questo vale anche per la spaziatura orizzontale.
\hsize=6.5inQuesto comando pone la lunghezza delle linee a 6.5 pollici. TeX prova a riempire la linea aggiustando lo spazio fra le parole e a volte fra le lettere. Se TeX non riesce a riempire una linea rimanendo entro una certa tolleranza produce un messaggio di avvertimento, e aggiusta la spaziatura orizzontale nella linea meglio che può. Le tolleranze di formattazione sono discusse nella sezione Tolleranze.
Ci sono molti altri comandi che specificano dimensioni e tolleranze orizzontali e verticali, e quelli usati più comunemente sono descritti di seguito.
In TeX il font predefinito è il Computer Modern Roman 10 punti. Per specificare uno stile di carattere diverso, come corsivo, grassetto o a spaziatura fissa, si possono usare i comandi seguenti.
\rm % Tondo (predefinito). \it % Corsivo. \bf % Grassetto. \tt % Spaziatura fissa (telescrivente). \sl % Obliquo.I comandi cambiano lo stile dei caratteri dal punto in cui appaiono nel testo, come nell'esempio seguente.
Questo testo è in Tondo, \it e questo è in corsivo. \bf Questo testo è in grassetto e \rm questo testo è di nuovo in tondo.
Per specificare un font per il tuo documento, usa il comando
\font
.
\font\romantwelve=cmr12Questo crea il comando di cambio font
\romantwelve
, che,
quando viene usato nel testo, cambia il font in Computer Modern Roman,
12 punti.
\romantwelve Questo è il font Computer Modern Roman di 12 punti.Per avere informazioni sui font compresi nella distribuzione teTeX leggi il file:
/usr/lib/teTeX/texmf/doc/fonts/fontname/fontname.dvi
Se vuoi stampare un esempio di un font, esegui TeX sul file
/usr/lib/teTeX/texmf/tex/plain/base/fontchart.texed inserisci, quando ti viene richiesto, il nome del font che vuoi stampare.
Puoi anche cambiare la dimensione di un font per ottenere vari effetti.
L'ingrandimento dei font avviene in maniera esponenziale, e viene specificato
con il comando scaled \magstep
, che viene messo dopo
il comando di cambio di font.
\font\sfmedium=cmss12 scaled \magstep 1Questo comando produce un font sans serif che è del 120 percento più grande del font Computer Modern sans serif 12 punti. I font possono essere ingranditi a passi da 0 a 5. Ciascun passo produce un ingrandimento del 120 percento rispetto al precedente.
Come abbiamo detto in precedenza, TeX compone normalmente il testo con il
font Computer Modern Roman di 10 punti. La lunghezza di una linea è data da
\hsize
, il cui valore predefinito è 6.5 pollici. Se vuoi
ad esempio cambiare il valore di \hsize
a 5.5 pollici
usa questo comando.
\hsize=5.5in
In TeX una dimensione è un'unità di lunghezza modificabile,
orizzontale o verticale. Nella definizione di una dimensione può essere
specificato quanto la dimensione può essere incrementata o decrementata.
Strettamente legato alla dimensione e lo skip (``salto''), che è
una dimensione posta in uno dei registri interni di TeX. Gli skip sono
definiti con il comando \newskip
. La dimensione di
\smallskip
, così come viene definita da TeX, è:
\newskip\smallskipamount \smallskipamount=3pt plus 1pt minus 1ptIl comando
\smallskip
è un'abbreviazione di
\vskip\smallskipamount
Ci sono alcune dimensioni che controllano il formato della pagina. Ne trovi un riassunto nella sezione Formato della pagina.
TeX formatta i paragrafi giustificando sia il margine sinistro che il margine destro. Se vuoi che il testo sia giustificato solo a sinistra puoi usare il comando:
\raggedright
Per comporre una linea giustificata a destra usa il comando
\rightline
:
\rightline{Questa è la linea da comporre.}
Il comando \line
compone il testo che gli viene dato come
argomento in modo che riempia l'intera linea.
\line{Questo testo verrà spaziato per riempire l'intera linea.}
Per cambiare il margine sinistro definisci il valore di
\hoffset
, come in questo esempio:
\hoffset=1.5in
Il comando \parindent
specifica il valore dell'indentazione
della prima linea di ciascun paragrafo.
\parindent=.5in
Altre due dimensioni, \leftskip
e \rightskip
,
definiscono l'indentazione rispettivamente del margine sinistro e destro dei
paragrafi che le seguono.
\leftskip=.5in \rightskip=.5inIl comando
\narrower
è equivalente a
\leftskip=\parindent \rightskip=\parindentCioè
\narrower
restringe i margini del paragrafo di un valore
pari a \parindent
Come abbiamo detto in precedenza, \baselineskip
specifica
la distanza fra le linee. Il valore predefinito è 12 punti. Per avere
approssimativamente un'interlinea doppia usa il comando seguente.
\baselineskip=\baselineskip*1.6
Il comando \parskip
specifica una distanza fra i paragrafi
che viene aggiunta a \baselineskip
. Normalmente non viene
aggiunto nessuno spazio, ma la distanza fra i paragrafi può essere ridotta
fino a 1 punto per riempire correttamente la pagina. Per inserire una linea
bianca fra i paragrafi usa il comando:
\parskip=\baselineskip
TeX formatta normalmente il testo rispettando delle strette tolleranze. Se,
per qualche ragione, il testo non può essere formattato rispettando tali
tolleranze, TeX produce un messaggio di avvertimento e formatta il testo
meglio che può. Se il testo deve essere allargato troppo per riempire la
linea, TeX ti avverte che la ``\hbox
is underfull''
(c'è troppo poco testo nell'``hbox''). Se il testo deve essere ``compresso''
troppo per entrare nella linea viene prodotto un messaggio di avvertimento
``overfull \hbox
'' (c'è troppo testo nell'``hbox'').
Per ogni overfull \hbox
TeX mette uno slug, un
rettangolo nero, dopo la linea. Lo slug indica che TeX non
ha potuto formattare la linea rispettando la tolleranza specificata dal
parametro \hbadness
.
Una misura di quanto il testo ``stia bene'' nelle dimensioni specificate è
data dalla sua badness (letteralmente ``cattiva
qualità''), che è un numero fra 0 e 10000. Una badness di 0 indica che il
testo si adatta perfettamente alla linea, e una badness di 10000 significa
che il testo probabilmente non si adatterà mai alla linea. Il valore
predefinito di \hbadness
è 1000. Se poni \hbadness
a 10000, TeX non segnalerà linee con troppo poco testo.
A volte TeX permette che una linea si estenda oltre il margine destro.
Questa è una precisa scelta estetica dell'autore di TeX. Il parametro
\hfuzz
determina quanto le linee possono oltrepassare il
margine, ed il suo valore predefinito è di 0.1 punti. Se il testo non si
adatta alla linea, il parametro \tolerance
determina il
modo in cui TeX tratterà l'``overfull \hbox
''. Il valore
predefinito di \tolerance
è 200. Ponendo il valore di
\tolerance
a 1000 non verranno più emessi
messaggi di avvertimento ``overfull \hbox
'' nè stampati slug.
Oltre alle dimensioni del margine sinistro e della lunghezza della linea, che abbiamo descritto nella sezione precedente, TeX permette di specificare i margini superiore ed inferiore e la spaziatura verticale.
In maniera simile alle dimensioni \hsize
e
\hoffset
, descritte nella sezione precedente, esistono in TeX
i comandi \vsize
e \voffset
. Il valore
predefinito di \vsize
è 8.9 pollici, e quello di
\voffset
è 0.
Normalmente teTeX posiziona l'inizio della prima linea di testo ad un pollice dal margine superiore della pagina e ad un pollice dal margine sinistro. Puoi far sì che il testo inizi ad una distanza minore dal margine superiore della pagina usando il comando:
\voffset=-0.5in
Se vuoi aggiungere dello spazio verticale in un documento puoi usare i comandi
\smallskip
, \medskip
, e \bigskip
,
che aggiungono approssimativamente 3, 6 e 12 punti di spazio verticale.
Queste misure sono approssimate; TeX infatti può aggiustarle fino ad un punto
in modo da riempire correttamente la pagine.
Il comando \vfill
aggiunge uno spazio verticale aggiustabile
fra i paragrafi su una pagina. Questo spazio può essere allungato
infinitamente, ed aggiungerà spazio in modo da riempire il più possibile
il resto della pagina. Se vuoi specificare una dimensione, usa
\vskip
come in:
\vskip 10pt
I comandi \hss
e \vss
sono simili a
\hfill
e \vfill
tranne per il fatto che lo spazio
da essi prodotto può essere sia ristretto che allungato infinitamente.
I comandi \vskip
e \vfill
producono delle
lunghezze ``flessibili''. Non aggiungono spazio dove non c'è testo, ad
esempio all'inizio di una pagina. Se vuoi inserire uno spazio ``assoluto''
usa il comando \vglue
.
TeX riempie lo spazio definito dalla dimensione \vsize
con
la maggiore quantità di testo possibile prima di iniziare una nuova pagina.
Per forzare un'interruzione di pagina usa la sequenza
\vfill \eject
. Se \vfill
non venisse usato,
nel testo che precede \break
verrebbe modificata la spaziatura
in modo da riempire la pagina.
Se vuoi che TeX sia più flessibile riguardo all'altezza della pagina, usa
nel tuo documento il comando \raggedbottom
. Con questo
comando TeX modificherà leggermente il margine inferiore di ciascuna pagina
in modo da migliorare la spaziatura verticale.
teTeX di solito mette il numero di pagina al centro del margine inferiore
della pagina. Se vuoi cambiare posizione e stile del numero di pagina puoi
specificare testatine e fondi pagina diversi cambiando la definizione di
\headline
e \footline
. La definizione iniziale
di \footline
contiene il comando \folio
, che
stampa il numero di pagina. La definizione di \headline
è \hfil
, che fa sì che venga stampata una linea vuota.
Il comando \pageno
è un sinonimo del contatore interno delle
pagine di TeX. Puoi cambiare il numero di pagina cambiando il valore di
\pageno
. Se \pageno
è negativo i numeri vengono
stampati come numeri romani.
\pageno=10 \pageno=-1
Il comando \nopagenumbers
è un'abbreviazione di:
\headline={\hfil} \footline={\hfil}
Il fondo pagina predefinito contiene anche il comando di font
\tenrm
. Con questo i numeri di pagina vengono stampati con il
font Roman di 10 punti. Se vuoi che vengano stampati con il font Roman di 12
punti dovresti prima definire un font Roman di 12 punti, e usarlo nella
definizione di \footline
. I comandi di font vengono discussi
nella sezione
Comandi di font.
\font\rmdodici=cmr12 \footline={\hss\rmdodici\folio\hss}
Puoi mettere una linea orizzontale, detta rule, all'inizio di ogni
pagina ridefinendo \headline
nel modo seguente:
\headline={\hrulefill}
Per usare testatine diverse nelle pagine pari e dispari usa il comando
\ifodd
, che ha la forma:
\ifodd[condizione][azione-condizione_vera]\else[azione-condizione_falsaUn esempio di
\headline
che usa testatine differenti sulle pagine
pari e dispari è il seguente:
\headline={\ifodd\pageno testatina-pagine_dispari \else testatina-pagine_pari}Questo comando
\ifodd
usa il primo argomento se il numero di
pagina è dispari, altrimenti usa il secondo argomento.
In TeX l'unico comando disponibile per i titoli di sezione è
\beginsection
. Esso lascia uno spazio prima del proprio
argomento, stampa il testo del titolo in grassetto, aggiunge uno
\smallskip
dopo il testo del titolo e inizia il paragrafo
successivo senza indentarlo.
I comandi per capitoli e sezioni disponibili in LaTeX, e descritti di seguito, aggiungono la numerazione delle sezioni, stampano i nomi e i numeri delle sezioni nella testata delle pagine e aggiungono le sezioni all'indice.
In TeX puro dovresti scrivere da solo queste funzioni. Il comando
\def
permette di definire dei nuovi comandi. Supponi di voler
stampare un titolo di capitolo. Per prima cosa specifica il font che vuoi
usare. Un font sans serif piuttosto grande da usare nei titoli di capitolo
potrebbe essere definito nel modo seguente:
\font\fontsanscapitolo=cmss12 scaled \magstep 4Puoi usare il comando
\fontsanscapitolo
dovunque per usare questo
font, che è alto circa 24 punti. Comunque, in questo esempio, verrà usato
principalmente nel comando \titolocapitolosans
. Ecco la
definizione di quest'ultimo:
\def\titolocapitolosans#1{\hbox{}\bigskip\bigskip \noindent{\leftline{\fontsanscapitolo#1}} \par\bigskip\bigskip\noindent}Nella prima linea,
\hbox{}\bigskip
pone uno spazio di 12
punti all'inizio della pagina inserendo un \hbox{}
vuoto.
La linea con il titolo del capitolo non è indentata, e non lo è neppure il
paragrafo che la segue. Se inserisci una linea vuota fra la macro
\titolocapitolosans
e il paragrafo seguente sarà questa linea
bianca a non essere indentata, e non il testo del paragrafo seguente. Per
avere una formattazione corretta usa il comando
\titolocapitolosans
come in questo esempio.
Nella definizione, #1
viene sostituito con il primo argomento
di \titolocapitolosans
; cioè, il titolo del capitolo. In
TeX, i parametri vengono dichiarati, all'interno delle definizioni, con
#1
, #2
, #3
e così via. Un esempio di come usare
\titolocapitolosans
è:
\titolocapitolosans{Capitolo 1} Questo è il testo iniziale del primo paragrafo del capitolo. Il paragrafo non viene indentato. Il titolo del capitolo è "Capitolo 1."
I documenti da elaborare con LaTeX devono rispettare qualche regola in più, ma la preparazione di documenti complessi è molto più semplice.
Essenzialmente LaTeX è un linguaggio di marcatura per documenti il cui
scopo è quello di mantenere separati lo stile ed il contenuto. Per
esempio, per ottenere un titolo di sezione con TeX dovresti porre uno
spazio di 36 punti prima del titolo, poi specificare che il titolo deve
essere composto in grassetto, con un carattere di corpo 24, poi copiare
il testo del titolo e il numero di pagina in cui esso appare nell'indice,
infine lasciare uno spazio di 24 punti dopo il titolo. Con LaTeX, invece,
è sufficiente usare il comando \section{}
, che fa tutto
questo da solo. Se hai bisogno di cambiare il formato dei titoli di
sezione puoi cambiare la definizione di \section{}
invece
del testo nel documento. Grazie a questo se hai bisogno di cambiare il
formato di documenti lunghi più di una dozzina di pagine puoi risparmiare
ore di lavoro.
Tutti i documenti LaTeX hanno tre sezioni: un preambolo (preamble), il corpo (body) del testo, e un ``postambolo'' (postamble). I termini inglesi indicati fra parentesi fanno parte del gergo tecnico standard e sono molto usati fra i TeXnici.
Nel preambolo, come minimo, viene specificato il tipo del documento da produrre (la classe del documento) e viene poi inserita una linea che indica l'inizio del corpo del testo. Per esempio:
\documentclass{article} \begin{document}Il ``postambolo'' è generalmente molto semplice. Tranne in casi molto particolari contiene una sola linea:
\end{document}(fine del documento).
Nota la coppia \begin{document}
e
\end{document}
: in LaTeX questo definisce un
environment. Tutto il testo deve essere all'interno
di un environment, e molti comandi funzionano solo all'interno
dell'environment in cui sono chiamati.
L'environment document
è comunque l'unico in cui LaTeX
impone questa convenzione. Cioè, è l'unico environment
assolutamente necessario in un documento (un'eccezione è la classe
letter
, lettera, che richiede anche \begin{letter}
e \end{letter}
. Vedi la sezione
Lettere). Comunque, molte istruzioni per la modifica del formato
sono specificate come environment. Sono descritte nelle sezioni
seguenti.
Nelle classi di documento si possono specificare dei parametri: per esempio, se avessimo voluto usare font di corpo 12 invece del corpo 10 nell'esempio precedente avremmo potuto specificare
\documentclass[12pt]{article}La classe di documento article (articolo) provvede alle modifiche necessarie.
Le classi di documento usate più frequentemente sono poche. Sono descritte nel seguito. La classe report (relazione) è simile alla classe article, tranne per il fatto che produce una pagina separata con il titolo e fa sì che ogni sezione inizi in una nuova pagina. La classe letter include definizioni speciali per indirizzi, saluti e formule di chiusura, alcune delle quali sono descritte nel seguito.
Puoi includere del codice LaTeX ``inscatolato'', detto comunemente
package, con il comando \usepackage{}
.
\usepackage{fancyhdr}Questo comando include il file di stile
fancyhdr.sty
da una
delle directory TEXINPUTS
che tu e teTeX avete specificato
durante i processi di installazione e configurazione.
\documentclass{article} \usepackage{fancyhdr} \begin{document}
Nota che le dichiarazioni \usepackage{}
sono fatte prima di
\begin{document}
, cioè nel preambolo.
fancyhdr.sty
estende il comando \pagestyle{}
in
modo che tu possa creare testatine e fondi pagina personalizzati. Molte
classi di documento LaTeX definiscono questi elementi nei seguenti stili
di pagina standard:
\pagestyle{plain} % stile di pagina standard -- il numero di pagina è % centrato in basso sulla pagina. \pagestyle{empty} % nessuna testatina nè fondo pagina. \pagestyle{headings} % stampa il numero di sezione ed il numero di pagina % in alto sulla pagina. \pagestyle{myheadings} % stampa informazioni personalizzate nella testatina.Tutto quello che si trova a destra del segno di percento su una linea è un commento.
Il comando \pagestyle{}
ha effetto solo nella pagina
successiva. Per cambiare testatine e fondi pagina nella pagina corrente
usa invece il comando
\thispagestyle{stile_di_pagina}
Gli stili di caratteri dipendono in parte dal font specificato nel documento. Comunque, i caratteri in grassetto e in corsivo dovrebbero essere disponibili per ogni font presente nel sistema. Può essere usata anche la sottolineatura sebbene la sua gestione presenti problemi particolari. Vedi la sezione Pacchetti di estensione per LaTeX ed altre risorse.
Ci sono vari modi per evidenziare un testo. Quello che può essere usato
su tutti i sistemi è il comando \em
. Tutto il testo su cui
agisce viene reso in corsivo. Per esempio:
Questa parola verrà {\em evidenziata.}
Se il testo in corsivo è seguito da testo non in corsivo puoi specificare
l'uso di un fattore di correzione. Il comando da usare è
\/
.
Questo esempio {\em sarà\/} stampato correttamente. Questo esempio {\em non} sarà stampato correttamente.
Meno portabili, ma ancora accettabili in casi in cui sono usati da soli,
sono i comandi \it
, \bf
, e \tt
;
i caratteri su cui agiscono verranno stampati rispettivamente in corsivo,
in grassetto e con spaziatura fissa.
{\tt Questo testo sarà stampato con spaziatura fissa,} {\it questo in corsivo,} {\bf e questo in grassetto\dots} tutto in un paragrafo.Il comando
\dots
stampa tre puntini di sospensione che non
verranno divisi fra più linee.
La versione più recente di LaTeX, che è quella che hai, include dei comandi in grado di trattare correttamente i casi in cui un comando di evidenziazione ne sostituirebbe un altro.
Questo {\it non è {\bf grassetto corsivo!}}
Ciò che accade è che teTeX compone il testo in corsivo finché non
incontra il comando \bf
; poi inizia a comporlo in grassetto.
Per risolvere questa situazione, lo schema di selezione dei font NFSS richiede tre parametri per ogni carattere: forma, spessore del tratto e famiglia. Non tutti i font hanno tutti questi stili. Nel caso abbia bisogno di sostituire il font richiesto con un altro, LaTeX stamperà un messaggio di avvertimento.
Puoi specificare le seguenti forme per i font:
\textup{testo} % testo tondo (predefinito) \textit{testo} % corsivo \textsl{testo} % inclinato \textsc{testo} % maiuscolettoQuesti sono i due spessori del tratto che la maggior parte dei font ha:
\textmd{testo} % spessore medio (predefinito) \textbf{testo} % grassettoCi sono tre famiglie generalmente disponibili.
\textrm{text} % roman (predefinito) \textsf{text} % senza grazie \texttt{text} % macchina da scrivere (spaziatura fissa, simile al % Courier)
Usando questi comandi per scegliere gli stili dei caratteri puoi combinarne gli effetti
\texttt{\textit{Questo esempio darà probabilmente luogo ad una sostituzione di font, poiché molti font non includono uno stile macchina da scrivere corsivo.}}La famiglia applicata normalmente è Computer Modern, che è un font bit-mapped. Altre famiglie di font sono in formato PostScript Type 1. Vedi la sezione Usare font PostScript per i dettagli.
Ci sono anche vari accenti e caratteri speciali che puoi usare nei tuoi documenti. Quelli che seguono sono solo alcuni fra quelli disponibili (prova a stamparli sulla tua stampante)
\'{o} \`{e} \^{o} \"{u} \={o} \c{c} `? `! \copyright \pounds \dagInfine, ci sono caratteri che vengono interpretati come comandi da TeX e LaTeX. Di uno abbiamo già parlato, ed è il simbolo di dollaro. L'insieme completo dei ``meta caratteri'', che debbono essere preceduti da un backslash per poter essere usati, è il seguente:
# $ % & _ { }
È possibile usare anche diversi alfabeti, ad esempio greco e cirillico. Con LaTeX è facile comporre testi non solo in inglese: questo argomento è trattato in uno dei testi di cui parliamo qui.
Modificare i margini in un documento TeX o LaTeX non è una cosa semplicissima. Molto dipende dall'indentazione relativa del testo di cui vuoi aggiustare i margini. Anche la posizione dei comandi di modifica dei margini è significativa.
Per i cambiamenti che devono avere effetto su un intero documento LaTeX,
è possibile usare i comandi \evensidemargin
e
\oddsidemargin
. Modificano il margine sinistro delle pagine
pari e dispari rispettivamente. Per esempio
\evensidemargin=1cm \oddsidemargin=1cmaggiunge 1 centimetro al margine sinistro standard delle pagine pari e dispari, che è di un pollice (2,54 cm). Questi comandi influenzano l'intero documento e spostano l'intero corpo del documento a destra e sinistra sulla pagina, non importa l'impostazione locale dell'indentazione, per cui risulta sicuro usare environment LaTeX come
verse
e list
.
Quelle che seguono sono alcune macro per la modifica dei margini che ho scritto. Agiscono in modo differente dai comandi citati. Poiché usano comandi in TeX puro, non è garantito che rispettino i margini che sono stati impostati da un environment LaTeX, ma le puoi mettere ovunque in un documento e cambiare i margini da quel punto in poi.
%% margins.sty -- v. 0.1 di Robert Kiesling %% Copie di questo codice possono essere distribuite liberamente in %% forma di testo. %% %% Alcuni comandi elementari TeX per la modifica dei margini. Le lunghezze %% sono in pollici: %% %% \leftmargin{1} %% imposta il margine sinistro a 1 pollice %% \leftindent{1} %% imposta l'indentazione dei paragrafi seguenti a %% 1 pollice %% \rightindent{1} %% imposta il margine destro dei paragrafi seguenti %% a 1 pollice %% \llength{3} %% imposta la lunghezza delle linee seguenti a 3 pollici %% \message{Margins macros...} \def\lmargin#1{\hoffset = #1 in} \def\lindent#1{\leftskip = #1 in} \def\rindent#1{\rightskip = #1 in} \def\llength#1{\hsize = #1 in} %% %% (End of margins macros.}Metti questo codice in un file di nome
margins.sty
nella tua
directory $TEXINPUTS
locale. I comandi sono spiegati
nei commenti del file. Per usarli in un documento devi includere il file
con il comando
\usepackage{margins}nel preambolo.
Già che siamo in argomento: se non vuoi che il testo venga giustificato a destra, che è quello che viene fatto normalmente, puoi chiedere a LaTeX di usare lo sbandieramento a destra con il comando:
\raggedright
Anche impostare l'interlinea ha le sue difficoltà.
baselineskip è la misura della distanza fra le linee del testo. È dato come misura assoluta. Ad esempio
\baselineskip=24ptoppure, in modo migliore:
\setlength{\baselineskip}{24pt}La differenza fra le due forme è che setlength rispetterà le impostazioni che possono essere in effetto nel momento in cui usi il comando.
Il problema nell'uso di baselineskip è che viene modificata anche la
distanza fra titoli di sezione, note a piè di pagina e così via. Devi
quindi assicurarti che baselineskip sia impostato correttamente per
l'elemento di testo che stai componendo. Ci sono, comunque, packages
LaTeX come setspace.sty
che ti aiuteranno in queste circostanze.
Vedi la sezione
Pacchetti di espansione per LaTeX ed altre risorse.
In LaTeX sono disponibili classi di documenti che forniscono formati standard per i documenti, ad esempio environment che facilitano la formattazione di liste, citazioni, note a piè di pagina ed altri elementi di testo. Le classi di documenti più usate sono descritte nelle sezioni seguenti.
Come abbiamo già detto, la classe article
e la classe
report
sono simili. Le differenze principali consistono nel
fatto che la classe report
crea una pagina separata per il
titolo e fa cominciare ogni sezione su una nuova pagina.
Per inserire in queste classi di documento titoli, abstract (riassunti) e nome dell'autore puoi ad esempio usare:
\title{Le abitudini di accoppiamento dei Cactus} \author{John Q. Public} \abstract{Descrizione di come i comuni cactus del deserto cercano delle pozze d'acqua adatte per poter effettuare i loro rituali di accoppiamento}nel preambolo. Poi, il comando
\maketitledato all'inizio del testo genererà una pagina con il titolo nella classe report, oppure, nel caso della classe article, il titolo e l'abstract all'inizio del documento.
Le sezioni possono essere definite con comandi come i seguenti:
\section \subsection \subsubsectionQuesti comandi producono delle sezioni numerate come quelle comunemente usate nei documenti tecnici. Per avere delle sezioni non numerate usa
\section* \subsection* \subsubsection*e così via.
In LaTeX sono disponibili molti environment per formattare del
materiale da mettere in evidenza. Puoi inserire delle citazioni usando
l'environment quotation
:
\begin{quotation} Inizio della citazione... ... fine della citazione. \end{quotation}Per citazioni più corte puoi usare l'environment
quote
.
Per formattare i versi di una poesia usa l'environment verse
:
\begin{verse} Nel mezzo del cammin di nostra vita\\ mi ritrovai per una selva oscura\\ chè la diritta via era smarrita \end{verse}Nota che per andare a capo al momento giusto devi usare dei doppi backslash, altrimenti LaTeX riempirà le linee in un environment
verse
come fa in qualsiasi altro environment.
Ci sono molti modi per fare una lista. Per avere una lista puntata puoi
usare l'environment list
:
\begin{list} \item Questa è la prima voce della lista. \item Questa è la seconda voce della lista... \item ... e così via. \end{list}
Per una lista numerata usa l'environment enumerate
:
\begin{enumerate} \item Voce numero 1. \item Voce numero 2. \item \dots \end{enumerate}
Una lista di descrizioni usa l'environment description
.
\begin{description} \item{Forno} Sporco, ha bisogno di una resistenza nuova. \item{Frigorifero} Sporco. Mi dispiace. \item{Lavandino e scarico} Sporco, il rubinetto dell'acqua fredda perde. \end{description}
La classe letter
usa delle definizioni che consentono di
formattare lettere d'affari.
L'environment letter
ha bisogno di un argomento, l'indirizzo del
destinatario della lettera. Il comando address
, che deve essere
inserito nel preambolo, definisce l'indirizzo del mittente. Il comando
signature
definisce il nome del mittente come deve apparire in
chiusura.
Il sorgente LaTeX di una semplice lettera d'affari può essere simile a questo.
\documentclass[12pt]{letter} \signature{John Q. Public} \address{Viale dei giardini, 123\\00100 Roma\\Tel: 123/456-7890} \begin{document} \begin{letter}{ACME Mattoni SpA \\Corso Raffaello\\20100 Milano} \opening{Gentile Signore/Signora:} A proposito di uno dei vostri mattoni che ho trovato sul tappeto del mio soggiorno insieme ad alcuni frammenti del vetro rotto della mia finestra... (Resto del corpo della lettera). \closing{Distinti saluti,} \end{letter} \end{document}Nota che negli indirizzi ci sono dei doppi backslash che specificano dove occorre andare a capo.
Abbiamo già detto che evidenziare il testo sottolineandolo può portare dei problemi particolari. In effetti TeX non ha alcun problema a sottolineare il testo dato che è una convenzione usata in matematica. In LaTeX puoi sottolineare le parole con il comando:
\underline{testo da sottolineare}Il problema è che la sottolineatura non viene spezzata su diverse linee e, in alcuni casi, il testo sottolineato può non essere giustificato. Comunque c'è un pacchetto di macro per LaTeX, già pronto, che modifica il modo di evidenziazione del testo in modo che usi la sottolineatura. Si chiama
ulem.sty
, ed è uno dei tanti pacchetti LaTeX che sono
disponibili liberamente su Internet.
Per usare ulem.sty
, usa il comando
\usepackage{ulem}nel preambolo del documento.
Alcuni dei pacchetti disponibili per LaTeX sono:
Includi istruzioni condizionali nei tuoi documenti.
Definisce un font per i capolettera.
Font e preprocessore per produrre documenti in Sanscrito.
Una classe per LaTeX2e per comporre ricette.
Varianti degli stili ``article'' e ``report''.
Per ottenere l'URL completo a partire dal percorso dato nel
Catalogue, unisci il percorso all'indirizzo del sito ed al percorso della
directory di livello più alto dell'archivio CTAN che vuoi contattare. Per
esempio, la directory CTAN del sito
ftp.tex.ac.uk è ctan/tex-archive
. L'URL completo della
directory del pacchetto refman sarebbe:
ftp://ftp.tex.ac.uk/ctan/tex-archive/ + macros/latex/contrib/supported/refman = ftp://ftp.tex.ac.uk/ctan/tex-archive/macros/latex/contrib/supported/refman/Alcuni pacchetti contengono più di un file, quindi viene dato solo il percorso della directory del pacchetto.
Quando hai determinato l'URL, puoi scaricare il pacchetto da uno dei siti
CTAN elencati nella sezione
Appendice A.
Puoi scaricare una lista completa del contenuto dell'archivio: è
contenuta nel file FILES.byname
, che si trova nella directory
principale dell'archivio. Puoi anche effettuare delle ricerche on line
sull'archivio specificando una parola chiave con il comando ftp
quote site index <parola_chiave>
dvips
. In generale questa sezione si applica ad un documento TeX o LaTeX in cui
siano presenti testo e grafica. teTeX, come la maggior parte delle
distribuzioni TeX, è predisposto per richiedere i font Computer Modern.
Quando vengono stampati documenti con font scalabili Type 1 o grafica,
la resa dei font e della grafica è compito di dvips
.
dvips
può usare sia font Computer Modern bit-mapped
che scalabili Type 1, o una combinazione dei due. Come prima cosa ci
concentreremo sulla stampa e la visione in anteprima della grafica.
In generale occorrerà seguire questa procedura ogni volta che un sorgente LaTeX contiene l'istruzione
\includepackage{graphics}nel proprio preambolo. Questa istruzione fa sì che LaTeX includa il testo del pacchetto
graphics.sty
nel sorgente. Ci sono altri comandi
che servono per eseguire operazioni relative alla grafica, e le
istruzioni in documenti in TeX puro possono non suggerirti che c'è
bisogno di usare dvips
. La differenza sarà evidente comunque
quando il documento sarà stampato senza figure o altri elementi grafici.
Quindi per ora ci concentreremo sulla stampa di documenti che usano il
pacchetto LaTeX graphics.sty
. Probabilmente vuoi dare
un'occhiata al sorgente TeX originale. Non è incluso nella distribuzione
teTeX, ma lo puoi trovare a
~CTAN/macros/latex/packages/graphics/grfguide.tex.Incluso nella distribuzione teTeX c'è invece il file
.dvi
già
elaborato da TeX. C'è una ragione per questo, ed ha a che fare con la
necessità di includere font Type 1 perché il documento possa essere
stampato correttamente. Se vuoi elaborare grfguide.tex
con LaTeX
leggi la prossima sezione. Per ora, comunque, faremo in modo di ottenere
con dvips
un output utilizzabile.
Il file grfguide.dvi
si trova nella directory
texmf/doc/latex/graphicsIl primo passo per poter ottenere qualcosa di utile da
grfguide.dvi
consiste nel tradurlo in PostScript. Il programma
dvips
serve a questo scopo. Fa esattamente quello che il suo
nome suggerisce. Ci sono molte opzioni con le quali può essere chiamato,
ma la forma più semplice (o quasi) è
dvips -f -r <grfguide.dvi >grfguide.psLo switch
-f
dice a dvips
di lavorare come un filtro,
cioè leggere dallo standard input e scrivere sullo standard output.
dvips
può anche essere configurato per inviare il suo output
direttamente a lpr
.
Se puoi stampare file PostScript sulla tua stampante con il comando
lpr
puoi digitare semplicemente
dvips -r grfguide.dviL'opzione
-r
dice a dvips di produrre le pagine in ordine
inverso così che vengano impilate nell'ordine giusto in uscita dalla
stampante. Usalo se questo è utile per la tua stampante.
dvips
e metafont possono dover creare o no i nuovi font di
cui grfguide.dvi
ha bisogno, dipende se hai ancora i font che
dvilj2
ha prodotto elaborando l'ultimo documento. Alla fine,
comunque, dvips
scriverà l'elenco delle pagine che ha
tradotto in PostScript e avrai così un file PostScript pronto per essere
inviato a qualunque dispositivo tu abbia.
Se sei fortunato (e ricco) allora hai una stampante in grado di capire
direttamente il PostScript che potrà stampare direttamente
grfguide.ps
. Puoi inviare il file alla coda di stampa usando
lpr
. Se per qualche ragione il tuo software di stampa non
funziona correttamente con i file PostScript puoi semplicemente inviare
il file alla stampante con
cat grfguide.ps >/dev/lp0o a qualunque altra porta la tua stampante è collegata. Comunque questo non è il metodo raccomandato per l'uso quotidiano.
Se vuoi o devi eseguire Ghostscript manualmente questa è la procedura standard per usarlo. La prima cosa da fare per eseguire Ghostscript è vedere quali sono gli argomenti della linea di comando, e si può fare così:
gs -help | lessVedrai una lista dei dispositivi che Ghostscript supporta e molti altri comandi. Scegli il dispositivo che corrisponde maggiormente alla tua stampante. In genere stampo testo in bianco e nero e uso il driver
cdjmono
, che controlla una stampante a colori
Deskjet in modo monocromatico (bianco e nero).
La linea di comando che uso è:
gs -dNOPAUSE -sDEVICE=cdjmono -sOutputFile=/tmp/gs.out grfguide.ps -c quitQuesto mette il mio output compatibile HP nella directory
/tmp
.
È una buona idea usare una directory come /tmp
, perché
gs
può essere un po' difficile riguardo ai permessi di
accesso, e non puoi (né dovresti) contare sul fatto di essere sempre
collegato come root
quando effettui queste operazioni. Adesso
puoi stampare il file:
lpr /tmp/gs.outOvviamente puoi mettere tutto in uno script della shell. Sul mio sistema ho due semplici script,
pv
e pr
che inviano il
file PostScript rispettivamente allo schermo o alla stampante. È
possibile avere un'anteprima su schermo senza usare X, ma non è la cosa
migliore. Quindi vale sicuramente la pena installare XFree86 per
mostrare il documento sullo schermo.
L'ordine dei comandi in un comando gs
è importante, perché
alcune delle opzioni dicono a Ghostscript di cercare parti di codice
PostScript nella sua libreria.
È importante ricordare che grfguide.dvi
richiede sia font bit
mapped Computer Modern che font scalabili Type 1. Se sei capace di
mettere insieme font scalabili e bit mapped in un documento, sei sulla
buona strada per diventare un TeXnico.
La distribuzione teTeX ha solo una selezione limitata di driver DVI:
dvips
, driver per le stampanti Hewlett Packard LaserJet, e
niente di più. Se hai una stampante non compatibile con le LaserJet hai
due possibilità: puoi usare dvips
e Ghostscript, cosa che
raccomando comunque per le ragioni di cui ho già parlato, o puoi cercare
altri driver DVI.
Alcuni driver DVI sono stati riscritti per Linux e sono disponibili già compilati. Si trovano nell'archivio Linux sul sito ftp://sunsite.unc.edu/pub/Linux/apps/tex/dvi/.
Il sito principale su cui viene mantenuta una libreria di driver DVI si trova all'Università dello Utah. Se non riesci a trovare là un driver che supporta la tua stampante è molto probabile che non esista. Puoi anche scrivere da solo il tuo driver DVI usando degli schemi disponibili là. L'URL del sito è ftp://ftp.math.utah.edu/pub/tex/dvi/.
Di solito i font Type 1 di pubblico dominio erano di qualità molto minore dei font bit mapped Computer Modern. Questa situazione è migliorata negli ultimi anni, ma trovare i font che corrispondono resta compito tuo. Avere molti tipi di font su una macchina può sembrare ridondante e uno spreco di spazio su disco. Inoltre i font Computer Modern possono sembrare, beh, un po' troppo formali per uso quotidiano. A volte li paragono a dar da mangiare al cane in una ciotola di porcellana. Almeno non dovrai più spendere un patrimonio per avere dei font di qualità professionale.
Uno dei miglioramenti principali di LaTeX2e rispetto ai suoi predecessori è rappresentato dall'introduzione del New Font Selection Scheme (adesso si chiama PSNFSS). In passato gli utilizzatori di TeX dovevano specificare i font con comandi come
\font=bodyroman = cmr10 scaled \magstep 1
che dà risultati molto precisi ma richiede l'abilità di un disegnatore di
caratteri e di un matematico per essere usato a dovere. Inoltre non è
molto portabile. Se un altro sistema non ha il font cmr10
(questo è il nome che in TeX viene dato al carattere Computer Modern
Roman, corpo 10, con spessore del tratto medio, predefinito) qualcuno
deve ricodificare le specifiche dei font per l'intero documento. PSNFSS,
invece, ti permette di specificare i font per famiglia (Computer Modern,
URW Nimbus, Helvetica, Utopia e così via), tratto (leggero, medio,
grassetto), orientamento (dritto o obliquo), tipo (tondo o corsivo) e
misura (vedi la sezione
Caratteri e stili
per una descrizione dei comandi che consentono di specificare lo stile).
Alcuni font sono archiviati in famiglie. Per esempio, un font Roman può
essere archiviato con un font senza grazie, come Helvetica, e un font a
spaziatura fissa, come Courier. Tu, come autore di un documento LaTeX,
puoi specificare un'intera famiglia di font con un comando.
Ci sono, come ho già detto, molti font di alta qualità di pubblico domino disponibili. Uno di essi è Adobe Utopia, un altro è Bitstream Charter. Tutti e due sono font di qualità commerciale che sono stati donati al pubblico dominio.
Sono anche due dei miei preferiti. Se cerchi su uno dei siti CTAN vi troverai questi ed altri font. I font in giro sono abbastanza da permetterti di produrre documenti il cui aspetto è proprio quello che vuoi, e non solo testi in inglese. TeX è stato concepito in origine per la composizione di testi matematici, quindi ci sono molti font disponibili per questo scopo, oltre a font per l'alfabeto cirillico, greco, kana ed altri troppo numerosi da ricordare.
La cosa importante da cercare sono i file con estensione .pfa
o .pfb
. Queste indicano che si tratta proprio dei font scalabili,
non solo di file di metrica. I file di metrica dei font Type 1 hanno
estensione .pfm
, in contrapposizione ai file .tfm
usati dai font bit mapped. I due font di cui ho parlato in precedenza
sono inclusi nella distribuzione teTeX, oltre che separatamente.
Ciò che ho detto a proposito della facilità di selezione dei font con PSNFSS è vero in questo senso. Se vogliamo usare nel nostro documento il font Charter invece del Computer Modern, tutto ciò che bisogna fare è mettere
\renewcommand{\familydefault}{bch}nel preambolo, dove ``bch'' è la sigla con cui si designa comunemente il Bitstream Charter. I font Charter si trovano nella directory
/usr/lib/teTeX/texmf/fonts/type1/bitstrea/charter
Qui ci sono i file .pfb
dei font Charter:
bchb8a.pfb
per il Charter grassetto, bchr8a.pfb
per il
Charter tondo, bchbi8a.pfb
per il Charter grassetto corsivo.
L'``8a'' nel nome del font indica la codifica dei caratteri. A questo
punto non te ne devi preoccupare, perché la differenza si ha per i
caratteri codificati con 8 bit che hanno valore maggiore di 128 decimale.
Definiscono principalmente gli accenti e caratteri non inglesi. Le
codifiche dei font Type 1 funzionano generalmente bene per gli alfabeti
occidentali perché sono conformi allo standard ISO 8859 per gli insiemi
di caratteri internazionali, quindi questo rende ulteriormente
vantaggioso il loro uso.
Per comporre un documento in cui sono stati selezionati i font Charter occorre dare il comando
pslatex document.tex
pslatex
è una variante del latex
standard di teTeX
che definisce le directory in cui si trovano i font Type 1 e un po' di
codice LaTeX da caricare. Sullo schermo vedrai un avviso di
pslatex
seguito dalle informazioni di TeX. In breve tempo avrai
un file .dvi
che contiene le richieste per il font Charter.
Adesso puoi stampare il file con dvips
e gs
, se
necessario.
Installare un insieme di font Type 1 non è difficile se segui alcuni
passi fondamentali. Devi decomprimere i font in una sottodirectory di
/usr/lib/teTeX/texmf/fonts/type1
, in cui si trovano anche gli
altri font Type 1, e poi eseguire texhash
in modo che le
routine di ricerca sappiano che i font sono stati aggiunti. Poi devi
aggiungere la descrizione dei font al file psfonts.map
in modo
che anche dvips
sappia che si trovano nel sistema. Il formato
del file psfonts.map
è descritto in un paio dei testi di cui
abbiamo parlato. Ancora, ricorda di eseguire il programma
texhash
per aggiornare il database delle directory di teTeX.
È senz'altro un vantaggio usare il sistema X Windows (XFree86 sotto Linux) con teTeX, perché permette di avere anteprime dei documenti di migliore qualità. Non è necessario averlo, ma in generale tutto quello che permette di avere anteprime migliori renderà migliore il tuo lavoro in termini di qualità dei risultati. Comunque bisogna scendere a compromessi con la velocità di editing, che è molto maggiore sul display a carattere.
Questo è il contenuto del file CTAN.sites
, che puoi trovare
nella directory principale di ogni sito CTAN.
In order to reduce network load, it is recommended that you use the Comprehensive TeX Archive Network (CTAN) host which is located in the closest network proximity to your site. Alternatively, you may wish to obtain a copy of the CTAN via CD-ROM (see help/CTAN.cdrom for details). Known mirrors of the CTAN reside on (alphabetically): cis.utovrm.it (Italia) /TeX ctan.unsw.edu.au (NSW, Australia) /tex-archive dongpo.math.ncu.edu.tw (Taiwan) /tex-archive ftp.belnet.be (Belgium) /packages/TeX ftp.ccu.edu.tw (Taiwan) /pub/tex ftp.cdrom.com (West coast, USA) /pub/tex/ctan ftp.comp.hkbu.edu.hk (Hong Kong) /pub/TeX/CTAN ftp.cs.rmit.edu.au (Australia) /tex-archive ftp.cs.ruu.nl (The Netherlands) /pub/tex-archive ftp.cstug.cz (The Czech Republic) /pub/tex/CTAN ftp.duke.edu (North Carolina, USA) /tex-archive ftp.funet.fi (Finland) /pub/TeX/CTAN ftp.gwdg.de (Deutschland) /pub/dante ftp.jussieu.fr (France) /pub4/TeX/CTAN ftp.kreonet.re.kr (Korea) /pub/CTAN ftp.loria.fr (France) /pub/unix/tex/ctan ftp.mpi-sb.mpg.de (Deutschland) /pub/tex/mirror/ftp.dante.de ftp.nada.kth.se (Sweden) /pub/tex/ctan-mirror ftp.oleane.net (France) /pub/mirrors/CTAN/ ftp.rediris.es (Espa\~na) /mirror/tex-archive ftp.rge.com (New York, USA) /pub/tex ftp.riken.go.jp (Japan) /pub/tex-archive ftp.tu-chemnitz.de (Deutschland) /pub/tex ftp.u-aizu.ac.jp (Japan) /pub/tex/CTAN ftp.uni-augsburg.de (Deutschland) /tex-archive ftp.uni-bielefeld.de (Deutschland) /pub/tex ftp.unina.it (Italia) /pub/TeX ftp.uni-stuttgart.de (Deutschland) /tex-archive (/pub/tex) ftp.univie.ac.at (\"Osterreich) /packages/tex ftp.ut.ee (Estonia) /tex-archive ftpserver.nus.sg (Singapore) /pub/zi/TeX src.doc.ic.ac.uk (England) /packages/tex/uk-tex sunsite.auc.dk (Denmark) /pub/tex/ctan sunsite.cnlab-switch.ch (Switzerland) /mirror/tex sunsite.icm.edu.pl (Poland) /pub/CTAN sunsite.unc.edu (North Carolina, USA) /pub/packages/TeX wuarchive.wustl.edu (Missouri, USA) /packages/TeX Known partial mirrors of the CTAN reside on (alphabetically): ftp.adfa.oz.au (Australia) /pub/tex/ctan ftp.fcu.edu.tw (Taiwan) /pub2/tex ftp.germany.eu.net (Deutschland) /pub/packages/TeX ftp.gust.org.pl (Poland) /pub/TeX ftp.jaist.ac.jp (Japan) /pub/TeX/tex-archive ftp.uu.net (Virginia, USA) /pub/text-processing/TeX nic.switch.ch (Switzerland) /mirror/tex sunsite.dsi.unimi.it (Italia) /pub/TeX sunsite.snu.ac.kr (Korea) /shortcut/CTAN Please send updates to this list to <ctan@urz.uni-heidelberg.de>. The participating hosts in the Comprehensive TeX Archive Network are: ftp.dante.de (Deutschland) -- anonymous ftp /tex-archive (/pub/tex /pub/archive) -- gopher on node gopher.dante.de -- e-mail via ftpmail@dante.de -- World Wide Web access on www.dante.de -- Administrator: <ftpmaint@dante.de> ftp.tex.ac.uk (England) -- anonymous ftp /tex-archive (/pub/tex /pub/archive) -- gopher on node gopher.tex.ac.uk -- NFS mountable from nfs.tex.ac.uk:/public/ctan/tex-archive -- World Wide Web access on www.tex.ac.uk -- Administrator: <ctan-uk@tex.ac.uk>
La distribuzione teTeX generica non è più difficile da installare degli altri pacchetti Linux. Vedi la sezione La distribuzione generica CTAN.
L'installazione della distribuzione teTeX generica CTAN dovrebbe essere presa in seria considerazione se:
/usr
.Un'installazione completa della distribuzione binaria richiede 40-50 Mb
di spazio su disco, e compilare la distribuzione a partire dal codice
sorgente richiede circa 75 Mb, quindi assicurati di avere questo spazio
su disco prima di cominciare. Non c'è bisogno del compilatore
gcc
o del sistema X Windows (comunque X è certamente di aiuto
perché rende facile avere un'anteprima dei documenti sullo schermo).
Tutto ciò di cui hai bisogno è un editor in grado di produrre testo in
formato ASCII standard (vedi la sezione 2). Cosa c'è di più semplice?
Puoi procurarti i file da uno dei siti CTAN elencati nella sezione Appendice A. Negli esempi che seguono, i file sono stati presi dal sito CTAN ftp.tex.ac.uk.
Per prima cosa, collegati al sito FTP
ftp.tex.ac.uk, e vai (cd
) nella directory
ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/Scarica i file
INSTALL.bin install.she mettili nella directory di livello più alto nella quale vuoi installare teTeX (quella che conterrà tutti i componenti necessari al funzionamento di teTeX: file e directory): per esempio
/var/teTeX
se vuoi
installare teTeX nel file system /var
Stampa il file INSTALL.bin
. Tienilo a portata di mano, poiché
spiega come effettuare un'installazione minima di teTeX. L'installazione
minima richiede solo 10-15 Mb di spazio su disco, ma la cosa migliore è
sicuramente installare tutto il pacchetto teTeX se possibile. Per
l'installazione minima avrai bisogno dei file:
ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/base/latex-base.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/base/tetex-base.tar.gzAvrai bisogno anche di uno dei due file compressi che contengono i programmi teTeX in forma eseguibile. Scarica il file:
ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/binaries/i386-linux.tar.gzse il tuo sistema usa le librerie condivise ELF di Linux,
ld.so
versione 1.73 o superiore, e clibs versione 5.09 o superiore. Altrimenti
prendi il file
ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/binaries/i386-linuxaout.tar.gzche è compilato per sistemi che usano le vecchie librerie statiche per il formato a.out.
Poi, seguendo le istruzioni nel file INSTALL.bin
, esegui il comando
sh ./install.shdalla directory di livello più alto di teTeX (assicurati che anche i file compressi di teTeX si trovino lì). Dopo un po' il programma di installazione ti avvertirà della mancanza di alcuni dei pacchetti di teTeX. Comunque, se quello che vuoi è un'installazione minima di teTeX, puoi ignorare l'avvertimento e continuare. Per la configurazione di base del sistema teTeX, vedi la sezione Configurazione di base del sistema.
Per installare gli altri pacchetti consulta la sezione seguente.
Per eseguire un'installazione completa di teTeX scarica, oltre ai file elencati nella sezione precedente, i seguenti:
ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/doc/ams-doc.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/doc/bibtex-doc.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/doc/eplain-doc.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/doc/fonts-doc.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/doc/general-doc.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/doc/generic-doc.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/doc/latex-doc.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/doc/makeindex-doc.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/doc/metapost-doc.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/doc/programs-doc.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/fonts/ams-fonts.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/fonts/dc-fonts.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/fonts/ec-fonts.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/fonts/misc-fonts.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/fonts/postscript-fonts.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/fonts/sauter-fonts.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/goodies/amstex.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/goodies/bibtex.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/goodies/eplain.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/goodies/latex-extra.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/goodies/metapost.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/goodies/pictex.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/goodies/pstricks.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/goodies/texdraw.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/goodies/xypic.tar.gzTutti questi dovrebbero essere messi nella directory di livello più alto di teTeX. Come per l'installazione minima, esegui il comando
sh ./install.sh
Lo script install.sh
dopo aver determinato quali file di teTeX
sono presenti, ti presenterà un menu con una serie di opzioni. L'unica
scelta che devi fare a questo punto riguarda la directory di livello più
alto in cui vuoi che teTeX sia installato (opzione ``D''). Devi,
naturalmente, scegliere una directory sulla cui directory padre hai
privilegi di scrittura. Per esempio, se volessi installare teTeX sulla
tua directory home, dovresti specificare la directory su cui installare
teTeX nel modo seguente:
/home/john.q.public/teTeXe, ritornato al menu principale, scegliere ``I'' per continuare con l'installazione. Non è necessario che la directory esista già: lo script
install.sh
è in grado di crearla.
Un opzione che vale la pena usare è quella che consente di scegliere una directory alternativa per i font generati. Anche se pensi di dover usare solo font PostScript Type 1, potresti dover elaborare un file che richiede i font Computer Modern. Questa opzione richiede l'inserimento della directory da usare. Devi avere privilegi di scrittura sul padre di questa directory. Seguendo l'esempio precedente, potresti specificare:
/home/john.q.public/texfontso, se vuoi che i font generati siano accessibili da tutti gli utenti del sistema, specifica una directory come
/var/texfontsLa mia raccomandazione è quella di non usare la directory proposta per questa opzione,
/var/tmp/texfonts
, perché i font
generati potrebbero essere cancellati al successivo riavvio e dovrebbero
essere generati ancora qualora fossero di nuovo necessari.
Dopo che hai scelto l'opzione ``I'' e install.sh
ha installato i
file, impostato i permessi e generato link e file di formato, il
programma terminerà con un messaggio che dice di aggiungere alla
variabile di ambiente $PATH
la directory in cui sono
installati i programmi di teTeX, e quelle in cui si trovano le pagine di
manuale ed i file di informazioni alle variabili
$MANPATH
e
$INFOPATH
. Per esempio, aggiungi le seguenti linee:
export PATH=$PATH:"/home/john.q.public/teTeX/bin" export MANPATH=$MANPATH":/home/john.q.public/teTeX/man" export INFOPATH$=INFOPATH":/home/john.q.public/teTeX/info"al tuo
~/.bash_profile
se bash
è la tua shell, o
al tuo ~/.profile
se usi un'altra shell.
Scollegati (log out) e ricollegati (log in), in modo che le variabili di ambiente siano registrate. Poi esegui il comando
texconfig confallper assicurarti che l'installazione sia corretta.
Puoi poi configurare specificamente teTeX per il tuo hardware. Vedi la sezione Dettagli sulla configurazione dopo l'installazione.
Per installare il codice sorgente di teTeX V. 0.4, collegati via FTP ad un sito CTAN come ftp://ftp.tex.ac.uk e scarica i seguenti file:
ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/INSTALL.src ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/sources/README.texmf-src ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/sources/teTeX-lib-0.4pl8.tar.gz ctan/tex-archive/systems/unix/teTeX/distrib/sources/teTeX-src-0.4pl7.tar.gz
Leggi le istruzioni in INSTALL.src
, poi collegati come root e
decomprimi i file in una directory sulla quale hai privilegi di lettura,
scrittura ed esecuzione.
Ricorda di usare tar
con l'argomento p
, e l'opzione
noclobber
di bash
. Puoi fare questo usando il
comando non intuitivo
set +o noclobberL'argomento
+o
di set
serve a non impostare una
variabile, esattamente il contrario di quello che ci si potrebbe
aspettare (``set'' significa ``impostare'').
Il file teTeX-lib-0.4pl8.tar.gz
creerà la
directory ./teTeX
. Il file teTeX-src-0.4pl7.tar.gz
creerà
la directory teTeX-src-0.4
. Stampa il file INSTALL.src
e tienilo a portata di mano per i passi seguenti. Passa alla
directory ./teTeX-src-0.4
e, seguendo le istruzioni nel file
INSTALL.src
, modifica il ./Makefile
.
Devi assegnare alla variabile TETEXDIR
il percorso assoluto
della sottodirectory teTeX
della directory in cui hai
decompresso il codice sorgente e le librerie. Per esempio, se hai
decompresso i file nella tua directory home, assegna a TETEXDIR
/home/john.q.public/teTeXLe rimanenti opzioni del
Makefile
sono piuttosto generiche. Con
la versione 2.7.2 e successive di GCC non ci dovrebbe essere
bisogno di altre modifiche, a meno che tu non abbia un compilatore e
delle librerie non standard, o che tu voglia ulteriori ottimizzazioni, o
per qualche altro motivo. Assicurati che le variabili
USE_DIALOG
, USE_NCURSES
, e HAVE_NCURSES
siano
impostate correttamente per il tuo sistema, perché il programma
dialog
ha bisogno delle librerie ncurses. Una libreria
ncurses
è inclusa nella distribuzione sorgente, per cui i
valori già presenti nel Makefile
dovrebbero andar bene. Se non
riesci a compilare o linkare ncurses
, texconfig
può essere eseguito anche dalla linea di comando.
Se hai fatto tutto correttamente fino a questo punto, dopo essere andato
sulla directory di livello più alto in cui hai installato i sorgenti,
dovresti poter digitare make world
e rilassarti finché gli
eseguibili di teTeX non sono stati compilati. Ci possono volere anche
alcune ore.
Una volta che la compilazione è terminata, aggiungi le directory di
teTeX alle variabili di ambiente $PATH, $MANPATH
,
e $INFOPATH
. Continuando con l'esempio precedente, le
linee che dovrebbero essere aggiunte al file
~/.bash_profile
, sono:
export PATH=$PATH":/home/john.q.public/teTeX/bin/i386-linux" export MANPATH=$MANPATH":/home/john.q.public/teTeX/man" export INFOPATH=$INFOPATH":/home/john.q.public/teTeX/info"La variabile
$PATH
è diversa nella distribuzione sorgente
e nella distribuzione binaria. Nota che ora la directory in cui si
trovano gli eseguibili è teTeX/bin/i386-linux
invece di
teTeX/bin
come nella distribuzione binaria.
A questo punto puoi eseguire texconfig confall
per assicurarti
che i percorsi sono stati correttamente impostati, e poi precedere a
configurare teTeX come nella distribuzione binaria. Vedi la sezione
Dettagli sulla configurazione dopo l'installazione.
La prima cosa da fare è leggere il file README
scritto dallo
stesso Thomas Esser. Descrive molti trucchi sulla configurazione di teTeX
per i tuoi dispositivi di uscita (per esempio la stampante). Il file
README
si trova nella directory
/usr/lib/teTeX/texmf/doc/tetexLeggi il file con il comando (i percorsi usati negli esempi seguenti si riferiscono alla distribuzione Slackware):
less /usr/lib/teTeX/texmf/doc/tetex/READMEoppure stampalo con il comando
cat /usr/lib/teTeX/texmf/doc/tetex/README >/dev/lp0se la tua stampante è collegata a
/dev/lp0
; altrimenti
sostituisci il file di dispositivo relativo alla porta a cui la tua
stampante è collegata.
Ancora meglio, stampalo usando il comando lpr
:
lpr /usr/lib/teTeX/texmf/doc/tetex/README
Dovresti avere già installato il demone di stampa incluso nella tua distribuzione di Linux. Altrimenti installalo adesso seguendo le istruzioni comprese nel pacchetto.
Stampa il teTeX-FAQ
, e tienilo a portata di mano perché contiene
utili consigli su come configurare i driver per la tua stampante. Ci
arriveremo tra poco. Nelle versioni più recenti di teTeX, il
teTeX-FAQ
è accessibile anche attraverso texconfig
.
Adesso è bene definire una directory in cui conservare i tuoi file di
formato TeX. teTeX cerca questi file nelle directory elencate dalla
variabile d'ambiente $TEXINPUTS
:
export TEXINPUTS=".:~/texinputs:"al file
/etc/profile
, che è valido per tutti gli utenti. Ciascun
utente può poi definire le proprie directory aggiungendole al file
~/.profile
o ~/.bash_profile
se
bash
è la shell che usano. La variabile d'ambiente
$TEXINPUTS
dice a teTeX di cercare i file di stile di
TeX nella directory ~/texinputs
contenuta nella directory
di ciascun utente. È fondamentale che un ``:'' appaia prima e
dopo questa directory. teTeX aggiungerà le sue directory di ricerca alla
tua. Poiché è probabile che tu voglia che vengano usati i file di
formato da te definiti, teTeX usa le versioni dei file di formato che si
trovano nella directory in cui ti trovi quando viene eseguito.
Aggiungi la directory /usr/lib/teTeX/bin
ai percorsi di sistema
se stai installando teTeX come amministratore. Se ne stai installando una
copia personale aggiungi la directory che contiene i file binari di teTeX
all'inizio della tua variabile d'ambiente $PATH
aggiungendo la linea seguente al tuo ~/.profile
o
~/.bash_profile
:
export PATH="~/tetex/bin:"$PATHAdesso, collegati come
root
ed esegui texconfig
seguendo le istruzioni sul teTeX-FAQ
e scegli la stampante
collegata al tuo sistema. Assicurati di configurare in teTeX sia la
stampante che la risoluzione di stampa corrette.
Infine, esegui il programma texhash
. Questo assicura che il
database interno di teTeX sia aggiornato. Il database è in effetti un
file ls-lR
. È necessario eseguire texhash
ogni volta che si cambia la configurazione di sistema, altrimenti teTeX
non è in grado di determinare i cambiamenti.
teTeX is free software; this means everyone is free to use the software and free to redistribute it on certain conditions. The package is not in the public domain. It is copyrighted and there are restrictions on its distribution, but these restrictions are designed to permit everything that a good cooperating citizen would want to do. What is not allowed is to try to prevent others from further sharing any version of free software that they might get from you. The precise conditions are found in the GNU General Public License that comes with many of the software packages and also appears following this section.
One way to get a copy of the package is from someone else who has it. You need not ask for our permission to do so, or tell any one else; just copy it. If you have access to the Internet, you can get the latest distribution versions by anonymous FTP. See the chapter ``Sources'' for more information.
You may also receive the software when you buy a computer. Computer manufacturers are free to distribute copies on the same terms that apply to everyone else. These terms require them to give you the full sources, including whatever changes they may have made, and to permit you to redistribute these packages received from them under the usual terms of the General Public License. In other words, the program must be free for you when you get it, not just free for the manufacturer.
You can also order copies of GNU software from the Free Software Foundation on CD-ROM. This is a convenient and reliable way to get a copy; it is also a good way to help fund our work. (The Foundation has always received most of its funds in this way.) An order form is included many distribution, and on our web site in http://www.gnu.ai.mit.edu/order/order.html. For further information, write to
Free Software Foundation 59 Temple Place, Suite 330 Boston, MA 02111-1307 USA USA
The income from distribution fees goes to support the foundation's purpose: the development of new free software, and improvements to our existing programs.
If you use GNU software at your workplace, please suggest that the company make a donation. If company policy is unsympathetic to the idea of donating to charity, you might instead suggest ordering a CD-ROM from the Foundation occasionally, or subscribing to periodic updates.
Insomma: teTeX è free: può essere ridistribuito liberamente. I termini precisi sono quelli descritti nella General Public License. I fabbricanti di computer possono distribuirlo con i computer da loro venduti purché includano anche il codice sorgente e tutte le eventuali modifiche da loro effettuate a quest'ultimo. Copie del software GNU può essere ordinato all'indirizzo della Free Software Foundation indicato sopra. Questo è anche un modo per supportare la Free Software Foundation.
Nota: una versione in italiano NON UFFICIALE della General Public License si trova a http://animal.unipv.it/GNU/gpl.txt
Version 2, June 1991
Copyright (C) 1989, 1991 Free Software Foundation, Inc. 59 Temple Place, Suite 330, Boston, MA 02111-1307 USA
Everyone is permitted to copy and distribute verbatim copies of this license document, but changing it is not allowed.
Preamble.
The licenses for most software are designed to take away your freedom to share and change it. By contrast, the GNU General Public License is intended to guarantee your freedom to share and change free software---to make sure the software is free for all its users. This General Public License applies to most of the Free Software Foundation's software and to any other program whose authors commit to using it. (Some other Free Software Foundation software is covered by the GNU Library General Public License instead.) You can apply it to your programs, too.
When we speak of free software, we are referring to freedom, not price. Our General Public Licenses are designed to make sure that you have the freedom to distribute copies of free software (and charge for this service if you wish), that you receive source code or can get it if you want it, that you can change the software or use pieces of it in new free programs; and that you know you can do these things.
To protect your rights, we need to make restrictions that forbid anyone to deny you these rights or to ask you to surrender the rights. These restrictions translate to certain responsibilities for you if you distribute copies of the software, or if you modify it.
For example, if you distribute copies of such a program, whether gratis or for a fee, you must give the recipients all the rights that you have. You must make sure that they, too, receive or can get the source code. And you must show them these terms so they know their rights.
We protect your rights with two steps: (1) copyright the software, and (2) offer you this license which gives you legal permission to copy, distribute and/or modify the software.
Also, for each author's protection and ours, we want to make certain that everyone understands that there is no warranty for this free software. If the software is modified by someone else and passed on, we want its recipients to know that what they have is not the original, so that any problems introduced by others will not reflect on the original authors' reputations.
Finally, any free program is threatened constantly by software patents. We wish to avoid the danger that redistributors of a free program will individually obtain patent licenses, in effect making the program proprietary. To prevent this, we have made it clear that any patent must be licensed for everyone's free use or not licensed at all.
The precise terms and conditions for copying, distribution and modification follow.
TERMS AND CONDITIONS FOR COPYING, DISTRIBUTION AND MODIFICATION
END OF TERMS AND CONDITIONS
If you develop a new program, and you want it to be of the greatest possible use to the public, the best way to achieve this is to make it free software which everyone can redistribute and change under these terms.
To do so, attach the following notices to the program. It is safest to attach them to the start of each source file to most effectively convey the exclusion of warranty; and each file should have at least the ``copyright'' line and a pointer to where the full notice is found.
[one line to give the program's name and an idea of what it does. Copyright (C) 19[yy] [name of author] This program is free software; you can redistribute it and/or modify it under the terms of the GNU General Public License as published by the Free Software Foundation; either version 2 of the License, or (at your option) any later version. This program is distributed in the hope that it will be useful, but WITHOUT ANY WARRANTY; without even the implied warranty of MERCHANTABILITY or FITNESS FOR A PARTICULAR PURPOSE. See the GNU General Public License for more details. You should have received a copy of the GNU General Public License along with this program; if not, write to the Free Software Foundation, Inc., 59 Temple Place, Suite 330, Boston, MA 02111-1307, USA.
Also add information on how to contact you by electronic and paper mail.
If the program is interactive, make it output a short notice like this when it starts in an interactive mode:
Gnomovision version 69, Copyright (C) 19[yy] [name of author] Gnomovision comes with ABSOLUTELY NO WARRANTY; for details type `show w'. This is free software, and you are welcome to redistribute it under certain conditions; type `show c' for details.
The hypothetical commands ``show w
'' and ``show c
''
should show the appropriate parts of the General Public License. Of
course, the commands you use may be called something other than
``show w
'' and ``show c
''; they could even be
mouse-clicks or menu items---whatever suits your program.
You should also get your employer (if you work as a programmer) or your school, if any, to sign a ``copyright disclaimer'' for the program, if necessary. Here is a sample; alter the names:
Yoyodyne, Inc., hereby disclaims all copyright interest in the program `Gnomovision' (which makes passes at compilers) written by James Hacker. [signature of Ty Coon] 1 April 1989 Ty Coon, President of Vice
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